Dagli scavi emerge un’antica fornace
La scoperta durante i lavori per la Tem
Dalle profondità della terra, sotto il corridoio della tangenziale est esterna a metà strada fra Cassino d’Alberi (Frazione di Mulazzano) e Tribiano, spunta la sagoma perfetta di una fornace antica. Antica quanto, lo possono stabilire solo i lavori sul posto, dentro un’area grande almeno mezzo ettaro con cinque archeologi al lavoro. Gli abitanti della vecchia guardia di Cassino d’Alberi e Mulazzano, che da giorni vedono con curiosità crescere l’enorme mucchio di terra, si spingono con le loro ipotesi anche molto indietro nei secoli. «Qui non c’è mai stato niente, la Tem passa a metà strada fra una frazione, Cassino, e un paese, Tribiano, che fino a cento anni fa erano minuscoli».
In effetti la campagna si distende attorno in ogni direzione: Villambrera a nord-est, Lanzano in senso opposto. Alcuni ricordano che il piccolo cimitero dell’abitato a nord di Mulazzano, a poche decine di metri dagli sbancamenti, è stato costruito a metà dell’Ottocento e quindi la fornace potrebbe in qualche modo essere correlata al tipo di mattoni visibili nel muro di cinta dietro l’intonaco. O forse non c’entra nulla e conduce gli osservatori ben più indietro nel tempo. Altri, un po’ più esperti di storia del territorio, rammentano a memoria che sui catasti asburgici teresiani, che vanno un altro secolo indietro rispetto al cimiterino di campagna, c’è una fornace segnata, ma fra Cassino e Mulazzano, non qui. Quindi bisogna arretrare ancora con la datazione facendo volare la fantasia. Non l’oggettività, dove l’ultima parola spetta ovviamente alla soprintendenza ai beni architettonici di Milano, su incarico della quale sta lavorando la squadra di archeologi. Il cantiere della Tem è iniziato, coi pre-sondaggi, a febbraio del 2011. Da allora ci si aspettava che qualcosa di grosso riemergesse dalla viscere di una terra a due passi da Milano, sempre fortemente urbanizzata sin dall’epoca romana. Fra Vizzolo Predabissi e Sordio, all’inizio dei carotaggi Tem, vennero alla luce altre tracce di fornaci e discariche di mattoni, ma era poca cosa rispetto a quello che sta emergendo a Cassino.
In realtà al luogo di scavo non si può propriamente accedere, in quanto sottoposto anche a bonifica ordigni bellici. Negli ultimi giorni però è stato ben difficile tenere a freno la curiosità generale su quell’enorme “buco” nella terra argillosa e sulla costruzione che riemerge in mezzo. Al suo centro si vede una struttura tutta in mattone cotto a vista, con il muro perimetrale ben sagomato. Ci sono tre corpi costruttivi che sembrano camere di cottura di mattoni e coppi, più un mucchio immenso di laterizi in parte bruciati. Qui, fra Cassino e Tribiano, cuocevano qualcosa per fare edifici. Quando, è una bella domanda.
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