Sabato mattina la comunità di Codogno darà l’ultimo saluto al trentaquattrenne sandonatese Simone Fabbri, ritrovato morto sulla sua auto in una scarpata del casentino dopo due giorni di ricerche. Il funerale, che si terrà nei luoghi nativi della mamma, verrà celebrato alle 10 nella chiesa del quartiere San Biagio.
Oggi è prevista una cerimonia nella località di San Niccolò, in Toscana, dopodiché la salma verrà cremata e la tumulazione è prevista nel cimitero di Codogno. Sono giorni di intensissimo dolore per la mamma e il papà del giovane. Il padre lo ha salutato per l’ultima volta intorno alla mezzanotte di sabato, poco prima che salisse in macchina per dirigersi non si sa verso quale meta.
Sono seguite poi ore di intense ricerche, fino al ritrovamento dell’auto, avvenuto lunedì, nella scarpata della strada provinciale 70 per Montemignaio, dove sembra sia precipitato in prossimità di una curva. Sono i luoghi paterni, in cui Simone, cresciuto in via Jannozzi a San Donato, dove risiedono tutt’ora i genitori, tornava volentieri. Anche adesso che abitava nel Modenese, si recava di tanto in tanto in Toscana per trascorrere qualche pausa di relax in famiglia e per andare a trovare la nonna ultranovantenne.
I parenti spiegano che amava molto quella strada, che conosceva da sempre. I genitori, quando per tutta la giornata di domenica si sono resi conto che il cellulare era sempre spento, hanno attraversato momenti di grande preoccupazione, in quanto sapevano che non era sua abitudine chiudere i contatti. Ma su cosa sia accaduto è mistero.
Non ci sono testimoni che possano raccontare la dinamica di un incidente sul quale si sono alzati interrogativi che difficilmente troveranno risposte. In questi giorni, in cui tra Codogno e San Donato si sta spargendo la tragica notizia, intorno ai parenti si sono strette molte persone, amici e conoscenti, che hanno fatto sentire la propria vicinanza in un momento così difficile.
Si tratta di una famiglia conosciuta sul territorio. Il papà lavorava all’Eni, mentre la mamma è impiegata a Crema e proprio in questi giorni andrà in pensione. «Simone aveva molti amici - racconta la zia Nadia Baggio, di Codogno -, era un bravo ragazzo, espansivo e gioviale. Aveva frequentato le scuole a San Donato, poi le superiori le ha fatte a Milano, e ovunque andava stringeva legami». Giocava a calcio e suonava in una band. Lascia una bimba di due anni e mezzo.
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