Un carrozziere cremasco di 58 anni è finito in manette mercoledì pomeriggio a Zelo Buon Persico con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, e sostanzialmente confermato dall’arrestato durante la convalida in tribunale, dopo essersi fermato a un posto di controllo a Paullo, al volante di una Lancia Y, ed essersi visto contestare di non avere con sé né il tagliando né il contratto dell’assicurazione - peraltro scaduta ma ancora nel margine di 15 giorni di copertura della responsabilità civile - avrebbe perso il controllo, fuggendo e lasciando i documenti nelle mani dei militari.
Sono stati momenti di tensione, anche perché dal passato dell’uomo, irreprensibile padre di famiglia, sono emersi vecchi guai con la giustizia. I carabinieri di Paullo, constatato il problema con l’assicurazione, hanno contestato all’uomo quantomeno l’articolo 180 del codice della strada, con il rischio di una multa che avrebbe potuto anche raggiungere diverse centinaia di euro. A questo punto il carrozziere avrebbe cominciato a pronunciare frasi del tipo «conosco i vostri superiori», quindi «se togli la divisa ti faccio vedere io», e poi, all’indirizzo di un militare, «fai quello che vuoi, io vado». A quel punto l’automobilista ha ingranato la retromarcia, colpendo agli stinchi due militari, poi medicati con prognosi di pochi giorni. L’utilitaria è quindi sgommata verso l’abitato di Zelo, con i carabinieri di Paullo alle calcagna e due pattuglie della compagnia di Lodi immediatamente concentrate in zona. L’auto è stata ben presto ritrovata in una carrozzeria di Zelo e, mentre tutti i presenti venivano sentiti e identificati, il 58enne è scappato a piedi in un palazzo poco distante. Qui si è quasi asserragliato, proseguendo nel fraseggio ostile verso i militari e affrontandoli puntando le mani chiuse a pugno, fino a quando un ufficiale ha mediato. Prima di consegnarsi però il carrozziere si sarebbe è voltato verso un carabiniere, e, mostrandogli il dito medio, gli avrebbe detto «io ti scanno».
In udienza, assistito di fiducia dall’avvocato Vincenzo Vitale di Milano, ha voluto subito risarcire con un assegno i militari contusi e ha chiesto di poter patteggiare. Il giudice Vincenzo Picciotti ha cercato di chiarire nel dettaglio quanto accaduto, e l’uomo avrebbe spiegato di trovarsi in un periodo nero, con gli affari della carrozzeria che non girano più e le scadenze di tasse e Inps che lo assillano. Inoltre, spiegano i familiari, recentemente ha avuto un grosso problema di salute in famiglia. E il verbale è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
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