Le norme sulla recidiva specifica nello stesso reato, che aumentano la pena, e il quantitativo di stupefacenti, in tutto sette etti e di diversa quantità, che hanno fatto escludere al tribunale di Lodi l'attenuante del piccolo spaccio, sono costati a un pensionato di Cerro al Lambro, G.G., 75 anni, una condanna esemplare: dieci anni di carcere. Il giudice Vincenzo Picciotti, legge sugli stupefacenti alla mano, lo ha condannato anche a una multa di 45mila euro, e alle sanzioni accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, dell’interdizione legale per l’intera durata della pena, e al pagamento delle spese di custodia cautelare in carcere. Nella sua abitazione, al momento del blitz dei militari di Melegnano, scattato a metà aprile, c’erano anche 6.190 euro in contanti, che, come ha deciso il tribunale, vengono confiscati e destinati alla “cassa delle ammende”. La droga sarà invece incenerita.
Dal giorno della perquisizione domiciliare, con arresto in flagranza di reato, il 75enne si trova in carcere. Nelle scorse settimane aveva chiesto gli arresti domiciliari, in una casa che uno dei figli aveva appositamente affittato per lui, ma il giudice, fatta una rapida verifica, si era accorto che appena tre giorni dopo l’arresto era diventata definitiva una precedente condanna a carico del 75enne, sempre per spaccio. Dalla difesa per ora non arrivano commenti ma è probabile il ricorso in appello, così come in futuro verrà comunque chiesta una modifica del regime custodiale. I carabinieri erano arrivati a lui seguendo i movimenti di alcuni tossicomani. In ambienti melegnanesi girava da tempo la voce di uno spacciatore insospettabile, che si spostava a piedi o anche in bicicletta e che avrebbe avuto l’abitudine di consegnare dosi avvolte in palline di plastica. E così, dopo alcuni appostamenti, l'attenzione dei militari si era concentrata su quest’uomo di Cerro, che è originario della Sicilia e che dimostra almeno dieci anni meno della sua età anagrafica, e che, soprattutto, risultava pregiudicato per spaccio, oltre a essere stato sottoposto in passato a “sorveglianza speciale” e ad aver passato vent’anni della sua vita agli arresti. Ora, se la sentenza non sarà riformata, rischia di poter uscire dal carcere solo se avrà seri problemi di salute.
Da tempo viveva solo, e, durante l’udienza di convalida dell'arresto, aveva spiegato al gip che i 600 euro al mese di pensione non gli bastavano per vivere. Escludendo, però, di fare uso di droga. Al momento del blitz, i carabinieri non avevano trovato nell'abitazione niente di sospetto. In un mobiletto in compensato, di fattura artigianale, si notava però una copertura scorrevole: una volta aperta, sono saltati fuori diversi pacchetti contenenti in tutto 440 grammi di cocaina, 165 di hascisc, 58 di mannite, un bilancino di precisione e il denaro poi confiscato.
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