DROGA I carabinieri hanno tracciato la “geografia” dello spaccio nel Sudmilano
Il blitz della Dda ha disarticolato due importanti reti criminali che controllavano il traffico di eroina e cocaina
Era a Peschiera Borromeo, in via Liberazione, la prima base operativa per la consegna “all’ingrosso” della droga agli spacciatori che è stata individuata dai carabinieri del comando provinciale di Milano nelle indagini, coordinate dalla locale Dda e in collaborazione con le autorità svizzere, che con 24 arresti mercoledì mattina hanno disarticolato due distinte reti criminali. L’indirizzo coincide con l’abitazione di uno dei presunti capi, l’albanese S.L., 57 anni compiuti domenica, e della sua compagna ucraina 45enne. La seconda è indagata a piede libero, il primo invece è stato arrestato in una comunità di Pieve Fissiraga dove già si trovata ai “domiciliari” e portato in carcere. La rete “sudmilanese” si ritiene operasse da Peschiera almeno dal 2019, per spostare poi le proprie basi a Grassobbio (Bergamo), nell’estate del 2020, Seriate e Arcore. Secondo gli inquirenti il 57enne comperava principalmente cocaina da due suoi connazionali (di Gallarate e di Legnano) e poi la “allungava” con sostanze da taglio e confezionava panetti pressati da mezzo chilo ciascuno. Il gruppo, è emerso dall’indagine, aveva a disposizione anche un fucile da caccia, dispositivi per la ricerca di microspie e “jammer” per cercare di rendere inutili gli eventuali localizzatori Gps messi dagli inquirenti sui veicoli. Almeno due i marocchini identificati quali clienti per acquisti di droga da decine di migliaia di euro alla volta: il 40enne A.M. di Melegnano e un 32enne di Milano, assieme a un’intera “batteria” di spacciatori nordafricani specializzati in eroina e oppiacei e a “dettaglianti” anch’essi albanesi. La droga del gruppo di Peschiera veniva spacciata a San Donato Milanese, Mediglia, Cremona, e si ritiene passasse anche per Paullo e per Melegnano. La “rete” contava si una decina di auto con doppifondi.
Utilizzava invece altre sei auto “preparate”, oltre a telefonini intestati a nomi fittizi o prestanome, il secondo gruppo, che invece aveva ingaggiato come corriere il lodigiano 27enne D.C., residente a Pandino e attualmente in carcere in Svizzera dove era stato fermato il 12 febbraio 2020 sull’auto di una cubana di Lecco con 5,9 chili di eroina nascosti. In questo caso gli indagati devono rispondere anche di spaccio internazionale perché il presunto capo E.G., albanese di 44 anni di Cambiago (in collaborazione con la madre 63enne) tra l'altro riceveva la droga al suo Paese e spesso spediva là i contanti incassati con l’attività. Da Cambiago la droga arrivava tra l’altro al tunisino E.M.M.A., 51 anni, di San Giuliano Milanese, che si occupava di eroina e aveva già precedenti per spaccio, a Piacenza e a Genova per il tramite di un altro albanese, S.G., 47 anni, a Torino, a Bagnolo Cremasco con un 35enne italiano, e poi anche a Peschiera Borromeo, dato che è emersa una collaborazione tra il gruppo di Limbiate e quello Sudmilanese.
Il giro, si ritiene, era milionario, e il fatto che campioni di droga viaggiassero verso la Puglia o la Basilicata, per non trascurare la spedizione in Svizzera di eroina verosimilmente proveniente dall'Albania, fa pensare che nei prossimi mesi il mercato dello spaccio nel Sudmilano e nel Lodigiano risentirà di questa operazione con 24 arresti. Ma anche che si sia arrivati un po’ più vicino al “livello superiore”.
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