Duecento tatuatori di fama mondiale alla convention di San Donato

Una due giorni di arte, colore, fantasia e anche un pizzico di follia, per quello che è diventato, ormai da cinque anni, appuntamento imperdibile per appassionati dell’antica arte del tatuaggio. È tornata, sabato e domenica al Crowne Plaza di via Adenauer, la quinta edizione di Tatuami, Tattoo Convention che ha chiamato a raccolta centinaia di “tattomaniaci”, decisi a non lasciarsi scappare l’occasione di vedere, fianco a fianco, 200 tatuatori di fama mondiale. Sul piatto, show, esibizioni, dimostrazioni e contest che hanno impegnato i partecipanti in una vetrina importantissima per chi ha trasformato il tatuaggio – espressione di sé che fin dagli albori accompagna l’uomo – in vera e propria arte. Musica, esibizioni, dimostrazioni di body art e tatuaggi per tutti i gusti hanno accompagnato la due giorni che ha visto arrivare a San Donato appassionati provenienti da tutta Italia e anche da fuori confine. Tra le star presenti alla Convention, tatuatori “icone” del settore, dalla russa Sasha Unisex a pluripremiati come Fulvio Vaccarone e Andrea Lanzi, fino a vere e proprie leggende del mondo del tattoo tra i quali lo spagnolo El Monga, lo statunitense Matt Stebly e l’italiano Simo SNT, unico tatuatore europeo a far parte della World Wide Letter Gang, la più importante crew del lettering al mondo. Un lunghissimo elenco di “star”, per raccontare un’arte che è in continua evoluzione, con la ricerca di materiali sempre più compatibili, stili originali e impegno a raccontare l’immagine di sé che ogni “tatuato” vuol dare al mondo e a San Donato i partecipanti hanno avuto non solo l’occasione di vederli all’opera – o di provarli direttamente – ma anche di seguire le diverse fasi di preparazione dei disegni e delle “creazioni” originali. Disegni e decorazioni che, sempre più, sono “marchi” sfoggiati con orgoglio da artisti, cantanti, sportivi e personaggi pubblici, ma anche da gente “comune” che sceglie di trasformare il proprio corpo in opera d’arte, piccola o grande che sia. Il tatuaggio è così un modo per raccontare se stessi, spiegano gli artisti presenti alla Convention, che «nasce spesso dalla voglia di migliorarsi, o di dare visibilità ad una parte del proprio essere». Impossibile, spiegano ancora i convenuti, stabilire classifiche tra immagini e disegni: «C’è chi sceglie simboli – dicono – chi volti e chi personaggi dei fumetti. Il tatuaggio è semplicemente libertà».

© RIPRODUZIONE RISERVATA