Già libero il papà violento

È uscito già ieri dal carcere lodigiano di via Cagnola dove era entrato appena 24 ore prima il romeno di 34 anni arrestato domenica notte a Paullo dai carabinieri con l’accusa di maltrattamenti in famiglia: a lanciare l’allarme al “112” era stata la compagna, ucraina, lamentando di essere vittima dell’ennesima aggressione da parte del convivente diventato da qualche tempo manesco, ma quando i militari della stazione paullese erano intervenuti nell’abitazione della coppia in via Gramsci avevano trovato non solo un’apparente conferma dell’allarme lanciato dalla donna, ma si erano trovati davanti a una scena descritta negli atti come drammatica. La figlia della donna, una bambina di due anni e mezzo, è stata infatti colpita dall’uomo con un calcio in faccia. E a quel punto sono scattate subito le manette. Mamma e figlia si sono poi fatte visitare al pronto soccorso e sono state dimesse con prognosi di 7 giorni per la donna e di 3 per la bambina. Poi l’ucraina si è recata in caserma per formalizzare la querela contro il convivente.

Ieri mattina l’interrogatorio in carcere, da parte del gip Isabella Ciriaco, che ha convalidato l’arresto, in quanto legittimamente eseguito, ma si è trovata di fronte la richiesta della procura della Repubblica dell’unica misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e dei divieto di avvicinarsi alla donna e alla bimba e ai luoghi solitamente frequentati dalle due, ma con obbligo di provvedere al loro mantenimento. Il romeno, infatti, è incensurato, e lavora regolarmente come edile in diversi cantieri della zona. Durante l’interrogatorio si è difeso sostenendo che non aveva alcuna intenzione di colpire con una scarpata in faccia la bambina: è stato, a suo dire, un incidente durante una colluttazione con la compagna. Ha provato a chiarire anche il motivo del litigio: principalmente difficoltà economiche, che già in altre occasioni avrebbero portato la coppia a discutere.

«Attendiamo serenamente che le indagini chiariscano il reale svolgimento dei fatti - spiega l’avvocato Daniele Nigro di Lodi, che difende il 34enne - e se necessario affronteremo il processo. Il fatto che il pm non abbia chiesto misure cautelari pesanti a mio parere sta a significare che l’episodio è stato fortunatamente meno grave di come invece era stato descritto in un primo momento».

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