Il “cacciatore” di botti che a Mediglia disinnesca quelli inesplosi

Da una decina di anni l’artificiere Gaetano Carenzi si occupa di bonificare il territorio dopo le feste

Emiliano Cuti

Anni fa aveva trovato una “bomba Maradona” inesplosa che aveva provveduto a “disinnescare” e da allora, ogni anno, negli ultimi dieci, il maestro artificiere Gaetano Carenzi ispeziona dopo la notte di San Silvestro il territorio di Mediglia a caccia di botti pericolosi. Quest’anno non sono stati trovati petardi inesplosi, ma – nonostante l’invito a non sparare fuochi d’artificio - sono stati trovati i resti di vari petardi accanto alle case e nelle piazze. «Quello che mi ha impressionato di più – illustra Carenzi - è stata la presenza di grandi quantità di botti a pochi metri dalle case. Zone, che in realtà, sono interdette e vietate per l’utilizzo di tali categorie di materiali anche in assenza di ordinanze sindacali». La situazione più grave è stata riscontrata in piazza Pertini, a Triginto, dove il maestro artificiere in pensione ha trovato i resti di fontane, raudi e razzi.

«Il giorno dopo il 31 dicembre c’erano intere scatole di materiali esplodenti – afferma Carenzi -: tutti utilizzati, con cariche esaurite e quindi innocui. Per fortuna. La vicinanza alle case può essere estremamente pericolosa, perché può provocare incendi e il mancato uso delle giuste precauzioni può essere fatale con lesioni e menomazioni dell’utilizzatore e degli altri». Non risultano in ogni caso persone ferite, ma sono invece stati riscontrati danni alle cose con la bruciatura di due pini appena piantumati dall’amministrazione comunale. «Con la sicurezza non si scherza e per questo motivo da vent’anni vado nelle scuole a cercare di spiegare a bambini e ragazzi la pericolosità di taluni fuochi d’artificio - conclude Carenzi -. Un progetto che si è interrotto anche a causa della pandemia, ma che mi piacerebbe riprendere».

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