Il caso dei pavoni “sfrattati” a Paullo, pioggia di insulti sui social contro l’amministrazione
La replica del Comune: «Un intervento dovuto e autorizzato»
Emiliano Cuti Fioccano insulti via social contro l’amministrazione comunale di Paullo per aver autorizzato la cattura dei pavoni, che dall’estate scorsa avevano trovato casa in via Marchesi. «Incapaci», «vili», «ingiusti», «insensibili» sono alcuni dei termini apparsi nei commenti degli internauti ad apostrofare l’intervento (obbligatorio e necessario) che è stato avviato nei giorni scorsi. Frasi offensive, che potrebbero essere passibili anche di conseguenze penali. Starà all’amministrazione comunale valutare se procedere presso le sedi giurisdizionali per la propria tutela. «Come spesso accade vengono espressi i giudizi e insulti prima di sapere la verità dei fatti – commenta l’assessore alla Sicurezza Massimiliano Consolati -. Quando si sostituisce la tutela degli animali (che deve perseguire criteri di legge e scienza) con il facile sentimentalismo, le prime vittime sono proprio gli animali. Abbiamo anche contattato i carabinieri della Forestale e tutte le interlocuzioni avute confermano la liceità delle nostre azioni. L’amministrazione comunale come sempre, continua il suo lavoro a tutela di tutti, persone e animali».
A contattare per primo i Forestali e le associazioni di tutela degli animali era stato dunque il Comune che era infatti intervenuto a seguito di segnalazioni di alcuni cittadini, in quanto trattandosi di animali esotici non potevano essere allevati in un contesto residenziale. «Coloro che in questi mesi lo hanno fatto, hanno sbagliato rischiando di mettere in pericolo gli stessi pavoni o chi transitava in zona – precisa Consolati -. È stata trovata una struttura idonea all’accoglienza di questi animali e al più presto il nucleo familiare (i due piccoli pavoni già recuperati con la madre) verrà ricongiunto, anche con l’ausilio della polizia metropolitana». Non è la prima volta che il Comune interviene sulla tutela degli animali. Basti pensare al caso di qualche anno fa in merito a una tartaruga “azzannatrice” portata al centro specializzato di Bologna.
© RIPRODUZIONE RISERVATA