Il fruttivendolo di Melegnano torna nel mirino dei ladri
Secondo colpo ai suoi danni da parte della banda delle saracinesche
A sole 24 ore dall’arresto dei due giovani che hanno colpito nel chiosco del fiorista davanti al cimitero, a Melegnano torna nuovamente in azione la banda delle saracinesche, che per la seconda volta in quindici giorni ha preso di mira il negozio di frutta e verdura nel cuore del Borgo.
Nella notte tra lunedì e martedì i malviventi hanno colpito nel locale pubblico a metà di via San Martino a pochi metri da via Dezza dove, oltre alla borsa del titolare dell’attività, si sono portati via due barattoli di olive dal peso totale di dieci chili, una cassa di pere e una di cachi mela, ciascuno delle quali pesava dieci chili. In base a quanto fatto sapere ieri mattina dal 25enne titolare dell’attività Walid Jebrel, ammonta a qualche centinaia di euro il bottino del nuovo furto, il secondo dopo quello avvenuto nella notte tra sabato e domenica di due settimane fa, quando a prendere il volo erano stati i 100 euro del fondo cassa e il monopattino del valore di 450 euro.
«Me ne sono accorto attorno alle 4.30 di stamani (ieri per chi legge ndr) quando, prima di andare all’Ortomercato per prendere la frutta e la verdura, sono passato dal negozio per controllare che fosse tutto in regola - racconta amareggiato il giovane di origine egiziana, che nel pomeriggio ha formalizzato la denuncia ai carabinieri di Melegnano -. È stato allora che, proprio come accaduto due settimane fa, mi sono ritrovato la saracinesca alzata a metà: una volta all’interno del negozio, ho dovuto fare i conti con la brutta sorpresa, i ladri si erano portati via la borsa, le olive, le pere e i cachi mela, alla fine il bottino del colpo ammonta ad almeno 200 euro. Dopo il doppio furto nel giro di soli quindici giorni, studierò una serie di contromisure per scongiurare il ripetersi di episodi simili, quasi certamente a colpire è sempre la stessa banda».
Il nuovo colpo è avvenuto a sole 24 ore dall’arresto dei due giovani sorpresi a rubare nel chiosco del fiorista davanti al cimitero che, dopo il processo per direttissima, sono stati rimessi in libertà.
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