Il Tar dà il via libera al VI palazzo Eni

Respinto il ricorso sull’accordo fra Comune e azienda

Si accende il semaforo verde per il nuovo centro direzionale Eni. Il Tar (Tribunale amministrativo regionale) con sentenza depositata ieri mattina ha infatti respinto la richiesta, avanzata dai sei cittadini sandonatesi vicini al centrosinistra, di annullare il Programma integrato di intervento. Lo strumento urbanistico approvato in consiglio comunale per dare via libera alla massiccia partita a questo punto potrà quindi diventare operativo. L’atto era stato impugnato nella primavera scorsa con l’avvio di una crociata per la qualità della vita che verteva su una serie di pilastri, tra cui l’incremento di traffico, la lamentata sottrazione delle aree verdi, ma l’attacco aveva coinvolto anche alcuni aspetti tecnici, tra cui i calcoli sulle entrate nelle casse del Comune derivanti dalla realizzazione del nuovo quartier generale per 3400 colletti bianchi. Nei mesi scorsi Eni si era fatta avanti con un pacchetto di proposte aggiuntive per la città che aveva portato sui banchi di una trattativa con le forze politiche la cui eventuale ratifica doveva essere condizionata al ritiro del ricorso. Il confronto si era però concluso senza un’alleanza tra il centrosinistra e la prima società di San Donato. Dopo l’udienza di ottobre è partito un nuovo conto alla rovescia. I tempi del verdetto non erano secondari, in quanto se il dispositivo fosse stato depositato in gennaio l’amministrazione comunale, che aveva già previsto questa entrata, sarebbe uscita dal Patto di stabilità, a cui sarebbe seguita una severa blindatura sulle spese per tutto il 2012. Nella mattinata di ieri ha iniziato a spargersi voce riguardo l’esito con cui si è conclusa la battaglia legale. L’esecutivo di centrodestra, che aveva lamentato un congelamento dell’attività amministrativa e degli investimenti a seguito del procedimento in corso, a questo punto canta vittoria. «Finalmente - ha commentato ieri a caldo in una nota il sindaco Mario Dompé - è stata scritta la parola fine su un conflitto scellerato che ha messo a rischio la città». E ha proseguito: «La volontà di spingere il confronto politico al di fuori delle sue sedi istituzionali si è scontrata con la correttezza delle nostre scelte. Il Tar, dimostrando l’infondatezza delle doglianze dei ricorrenti, ha chiuso una pericolosa fase di stallo. Il blocco delle risorse che la convenzione porterà nelle casse comunali ha messo in difficoltà tutto il sistema cittadino facendo correre il rischio al Comune di non rispettare il Patto di stabilità. Situazione, questa, che avrebbe creato nefande conseguenze sui servizi ai cittadini». Lanciando un affondo contro gli avversari politici, il vertice dell’esecutivo sandonatese conclude: «La nascita del sesto palazzo Eni è una grande occasione: porterà risorse, posti di lavoro e segna il “ritorno a casa” del cane a sei zampe. Dispiace constatare come questo passaggio epocale per la nostra città sia stato vissuto da qualcuno come un pretesto per pensare ai colori di bandiera in sfregio agli interessi della comunità. Mi rasserena, invece, pensare che questo pronunciamento renderà meno invasive tutte le decisioni che il governo centrale prenderà nei riguardi degli enti locali dal momento che la nostra strategia per rilanciare San Donato ora non ha più davanti a sé ostacoli impropri».

Giulia Cerboni

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