La Finanza arresta il commerciante di hascisc

Marocchino di 42 anni in carcere per un carico di trenta chili di droga

Abitava da dieci anni a Melegnano, dove è stato arrestato, L.B., il marocchino di 42 anni che è stato arrestato dalla guardia di finanza di Varese per traffico di stupefacenti: secondo l’accusa ha partecipato al commercio di un carico di trenta chilogrammi di hascisc, assieme ad altre due persone, un italiano arrestato a Milano e un nordafricano.

L’arresto è avvenuto nei giorni scorsi e il marocchino si trova nel carcere milanese di San Vittore, sottoposto a fermo di indiziato di reato su ordine del gip di Milano. A Lodi si è tenuto l'interrogatorio di garanzia, per competenza territoriale, e lo straniero ha risposto alle domande del giudice Isabella Ciriaco, con parziali ammissioni del proprio coinvolgimento nel traffico. I particolari però sono coperti dal segreto istruttorio, anche perché l'operazione è in pieno svolgimento.

La droga arrivava anche attraverso l’aeroporto milanese di Malpensa e da qui aveva preso le mosse uno dei filoni dell’inchiesta. A condurre la guardia di finanza fino a Melegnano erano state una serie di intercettazioni telefoniche. L’1 giugno, quando i finanzieri si sono presentati alla porta dell’abitazione in cui il nordafricano abita con la moglie, anche lei del Marocco, e i figli, non ha opposto resistenza. Ma non è stata trovata droga. Inizialmente era stato interrogato dal gip di Milano, poi si era reso necessario il secondo interrogatorio a Lodi per una questione di competenza territoriale.

Al momento non risulta la contestazione di traffico internazionale di stupefacenti, ma solamente l'aggravante dell’ingente quantità nella detenzione di droga, per una pena minima di nove anni di carcere. Il valore dello stupefacente si aggira sui 150mila euro.

L.B. aveva già un vecchio precedente penale per spaccio di droga: in passato aveva lavorato come giardiniere, muratore, e, per un certo periodo, anche come pasticcere, ma al momento era disoccupato. Proprio la prima condanna per droga gli era costata il permesso di soggiorno, che non gli era stato rinnovato, ciononostante non era mai stato destinatario di un ordine di espulsione.

Viveva indisturbato da clandestino e manteneva la sua famiglia senza dare nell’occhio. In base all'indagine, e ai primi chiarimenti dallo stesso forniti all'autorità giudiziaria, aveva quantomeno contatti con un’organizzazione composta da italiani e da nordafricani che importavano quantità significative di hascisc e quindi le rivendevano sulla “piazza” milanese. Non si esclude che il carico fosse transitato anche per Melegnano, ma agli inquirenti interessava ricostruire nel modo più capillare possibile l’intera organizzazione di spaccio, fino ai dettaglianti, e per questo il nordafricano non era stato arrestato il flagranza di reato. L'inchiesta infatti conta numerosi indagati, oltre ai tre già sottoposti a misura cautelare.

L’avvocato Alessandra Bigliani di Milano, che lo difende, non esclude di poter avanzare in futuro istanza di ammissione agli arresti domiciliari.

Carlo Catena

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