È entrata in sala operatoria per un piede rotto, ma è uscita morta pochi minuti dopo. È successo a Vizzolo, martedì mattina, a Franca Sangalli, conosciuta come Franchina.
Aveva 70 anni e abitava a Ceregallo di San Zenone, nella cascina dei Sangalli. La figlia Maria Cristina Boselli si è rivolta all’avvocato di Melegnano Alberto Goglio ed è partito subito un esposto in procura.
«Abbiamo fatto una richiesta di autopsia (che potrebbe essere eseguita già oggi, ndr) da affidare a un consulente. Non ho ancora visto le cartelle cliniche, ma dai primi riscontri la donna è morta per arresto cardiaco appena le è stata somministrata l’anestesia locale. Chiediamo che siano esaminate le cartelle mediche e gli esami per fare chiarezza su questo caso».
La figlia della 70enne è senza parole. La sua famiglia è molto conosciuta, oltre che a San Zenone, anche a Melegnano, dove per quarant’anni suo papà ha gestito un negozio di parrucchiere. «Mia mamma stava bene - racconta la figlia -, ha subito 10 interventi in anestesia totale nel corso della sua vita e non le era mai successo nulla. Era stata operata per due tumori al seno, le avevano messo due by pass al cuore, nel ‘99 e poi era stata operata per i calcoli. Eravamo tranquilli e, invece, siamo rimasti spiazzati. Mia mamma era sempre sotto controllo e aveva fatto gli esami preparatori all’intervento. Era tutto a posto».
La ragazza vuole fare chiarezza. «Mia mamma ha preso una storta ed è caduta il 23 settembre scorso - racconta -. All’inizio non sembrava nulla di grave e lei non voleva farsi controllare, poi l’abbiamo convinta e il 25 è stata portata al Pronto soccorso di Vizzolo. Le hanno diagnosticato 2 fratture scomposte a due dita del piede. Hanno detto che il venerdì 28 l’avrebbero operata d’urgenza e quindi ci avrebbero chiamato. L’hanno ingessata e l’hanno mandata a casa. Il giorno giusto hanno detto che c’era sciopero e non potevano operarla, così l’intervento è stato effettuato martedì. Appena fatta l’iniezione nella gamba, mia mamma ha incominciato a dire che si sentiva male ed è andata in arresto cardiaco. Il primario anestesista ha detto che ha cercato di rianimarla per un’ora. Lui suppone che si sia trattato di un trombo. Le avevano somministrato anche l’eparina. Quello che voglio capire io è come mai ci hanno prescritto l’intervento di urgenza per il 28 settembre e poi l’hanno operata il 2 ottobre».
La Boselli non si sarebbe mai aspettata un evento del genere. «Martedì era il mio primo giorno di lavoro dopo un anno di maternità - spiega -; mia mamma mi aveva detto di stare tranquilla e di andare a lavorare, intanto si trattava di un intervento in anestesia locale. Alle 10.20, invece, mi hanno chiamato dall’ospedale per avvisarmi che c’erano state delle complicazioni: quando sono arrivata mi hanno spiegato quello che era successo». L’Azienda ospedaliera, intanto, ha disposto un’indagine interna per ricostruire l’accaduto. «Da parte nostra - fa sapere l’ospedale guidato da Paolo Moroni - manifestiamo la massima collaborazione. Esprimersi adesso però è troppo presto. Abbiamo avviato un’indagine interna per capire cosa sia successo». La salma di “Franchina” ora è a disposizione del magistrato presso l’ospedale di Vizzolo. Solo al termine dell’autopsia potranno essere fissati i funerali.
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