La squadra della protezione civile di Mulazzano in mezzo a fango e acqua per aiutare gli alluvionati

Al lavoro nella Romagna colpita dal maltempo

«Ci siamo trovati in mezzo al fango, all’acqua e agli sfollati, ma abbiamo conosciuto anche il cuore grande del fantastico popolo romagnolo». Di ritorno dalle zone alluvionate dell’Emilia Romagna, i volontari della Protezione civile di Mulazzano descrivono così i cinque giorni trascorsi a Bagnacavallo nel Ravennate, tra i paesi maggiormente colpiti dall’ondata di maltempo. «Unica squadra nell’intera Provincia di Lodi, siamo partiti nella notte tra venerdì e sabato con destinazione la frazione di Traversara, dove a seguito della violenta alluvione era straripato il fiume Limone - afferma emozionato Damiano Fazio con Barbara Tavaglione e Stefano Giorgi -. Quando siamo arrivati sul posto, ci siamo trovati in mezzo al fango con le case allagate e la gente sfollata in mezzo alla strada: servendosi delle idrovore presenti sul nostro mezzo, abbiamo lavorato alacremente per svuotare le decine di appartamenti finiti sott’acqua».

Tutto questo grazie al contributo della popolazione locale, che ha giocato anch’essa un ruolo di primo piano sul fronte dei soccorsi. «I ragazzi si facevano 10 chilometri in bicicletta per portare le pale e gli stivali, ma anche gli 80enni erano in prima fila per spalare - continuano i volontari della Protezione civile di Mulazzano -. E poi porteremo nel cuore la straordinaria generosità dei romagnoli: non avevano più nulla, ma ci hanno dato tutto». Nonostante la tragedia che li ha colpiti, ancora una volta hanno dimostrato un’eccezionale forza di volontà, che li aiuterà a uscire nuovamente vincitori. «Ma anche noi abbiamo fatto la nostra parte - ribadiscono orgogliosi i volontari di Mulazzano -. Alla ripartenza per fare ritorno a casa, tutte le case e le strade erano ripulite dal fango, tanto che il sindaco del paese indicava emozionato le strisce pedonali nuovamente visibili. Al di là della stanchezza di questi giorni massacranti - concludono -, è proprio questa la gioia più grande, quella di aver contribuito alla rinascita del popolo romagnolo».

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