Non ha mai smesso di credere al sogno più grande, quello di poter tornare a camminare. Sono ormai passati venti anni da quando Alessio Tavecchio, assessore del Comune di Peschiera Borromeo, è rimasto coinvolto in un grave incidente motociclistico, che lo ha costretto a vivere su una sedia a rotelle. Il 5 dicembre 1993, Alessio Tavecchio, poco più che 20enne, è finito con la sua motocicletta in una buca non segnalata, a seguito di alcuni lavori stradali. Sebbene la velocità fosse moderata a 50 km/h, la ruota anteriore si è impuntata e lui è stato disarcionato. «Sono stato catapultato in avanti, atterrando di schiena, e poi sono rotolato contro un paletto del guard-rail». Il viso ha impattato violentemente contro la lamiera; soltanto il casco integrale ben allacciato ha scongiurato un epilogo peggiore. Gravissimi però i danni riportati: i medici avevano riscontrato la rottura della colonna vertebrale e la lesione irreparabile del midollo spinale. Non ci sono stati giri di parole o false speranze: la sua vita, da lì in poi, sarebbe proseguita sopra una carrozzella. Ma la parola “rassegnazione” non ha mai fatto parte del suo vocabolario. «Mi sono trovato a dover decidere - racconta l’assessore peschierese -: quando ho capito che la vita di prima era finita, ho scelto di continuare e scoprire cosa mi avrebbe riservato il futuro». Non ha però smesso di credere, contro ogni referto medico, di poter tornare a camminare e correre sulle proprie gambe. Ce l’ha infatti messa tutta. E assieme al prezioso supporto dei famigliari e degli amici è uscito dall’ospedale dopo soli quattro mesi, anziché i due anni preventivati. A sette mesi dall’incidente stava già trionfando ai campionati assoluti di nuoto disabili, conquistando in tre competizioni altrettante medaglie d’oro. Nel 1996 ha preso parte anche alle ParaOlimpiadi di Atlanta, giungendo alla fase finale. Oltre alla passione per lo sport, grande impegno è stato profuso in merito alla prevenzione e alla sicurezza stradale: ha ideato il progetto “Vita” (www.alessioprogettovita.it), per insegnare nelle scuole di tutta Italia e nelle aziende le insidie che la strada nasconde, e ha creato una fondazione senza finalità di lucro (www.alessio.org), per la realizzazione del progetto Open Village Monza, un centro di riabilitazione, formazione e sport. Inoltre, ha scritto tre libri, partecipato a congressi, convegni e numerose trasmissioni televisive. E da questo anno, ad Alessio Tavecchio sono state affidate le deleghe dell’assessorato allo sviluppo all’integrazione sociale, sportiva e culturale, prevenzione stradale, politiche del lavoro e formazione a Peschiera Borromeo. «Ero partito dicendo che un giorno sarei tornato a camminare e avrei raggiunto la felicità. Invece, quella vita che ho sempre desiderato la sto già vivendo». In particolare, oggi, sta saggiando una tra le più belle esperienze: sta imparando a fare il papà. «Ho due bambine e sono felicemente sposato». Il suo obiettivo più caro, ossia quello di rimettersi in piedi, resta fisso, nonostante ricorra il ventennale dal suo incidente, perché «nella vita devi credere in qualcosa». E suo fratello, per l’occasione, lo ringrazia: «Alessio, grazie per aver scelto di tornare da quel coma e da quell’incidente. Oggi, la nostra vita è migliore grazie a te che sei il nostro “re”, seduto su un “trono”, ma è come se volassi come una farfalla portandoci in alto, dove brilla la luce e il sole riscalda d’amore».
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