Melegnano, addio a Piera Saronio, figlia dell’industriale della chimica e archeologa

I funerali questa mattina nel Comasco, per anni è stata ai vertici della Soprintendenza archeologica occupandosi in prima persona del Lodigiano

All’età di 83 anni è morta Piera Saronio, la primogenita di Piero Saronio, il fondatore della storica chimica attiva a Melegnano sino a metà degli anni Sessanta. Ad annunciarlo è stato il figlio e missionario del Pime (Pontificio istituto missioni estere) Piero Masolo, che oggi alle 11 celebrerà i funerali nella chiesa di Santa Marta a Carate Urio in provincia di Como. Proprio qui la famiglia Saronio possedeva una casa di villeggiatura, dove trovò rifugio durante la Seconda guerra mondiale e la signora Piera scelse di vivere dopo la morte del marito Ernesto Masolo. Classe 1940, archeologa, era una fervente cattolica e una donna di grande cultura, che ne ha caratterizzato l’intera esistenza. Il fratello minore Carlo morì nel 1975, a 26 anni, durante seguito a un sequestro del gruppo terrorista Fronte armato rivoluzionario operaio.

Piera Saronio era innamorata della natura e della storia, e l’impegno per la cultura, oltre alla passione per la vita all’aria aperta e lo sport, hanno caratterizzato tutta la sua vota: dopo essersi laureata in lettere classiche alla Cattolica di Milano, quindi aveva collaborato al riordino del materiale golasecchiano del Museo Civico di Como. Aveva poi partecipato agli scavi e agli studi sulla città etrusca di Marzabotto. Entrata per concorso nella Soprintendenza archeologica dell’Emilia nel 1983, ha prestato servizio presso il Museo Archeologico di Ferrara, nel 1983/84, dirigendo gli scavi della Valle del Mezzano. Poi presso il Museo Archeologico di Parma, dal 1984 al 2000, con l’ncarico della tutela archeologica della provincia di Piacenza. Qui ha diretto numerosi scavi urbani, fra i più importanti, quello nel cortile della scuola Mazzini, in via Giordani e via del Guazzo, ed extraurbani, in particolare nel cimitero di Pianello Val Tidone, a Cortemaggiore nell’area Saipem e nella Centrale di San Martino in Olza, a Sarmato. Ha seguito inoltre numerose opere pubbliche, fra cui il metanodotto SNAM Cortemaggiore-Ripalta, nel 1995, che ha portato alla scoperta di siti dell’età del Ferro e di una grande villa romana. Ha coordinato l’attività di vari gruppi archeologici a Calendasco, a Pianello Val Tidone, a Bettola in Val Nure e nell’Alta Val d’Arda; l’attività di ricerca in Val Tidone ha portato alla costituzione del Museo Archeologico della Val Tidone a Pianello. Trasferita po presso la Soprintendenza Archeologica della Lombardia, ha avuto l’ncarico della tutela archeologica della città e provincia di Lodi e la responsabilità dei Magazzini dei materiali archeologici della Soprintendenza a Milano.

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