Melegnano, bocciato il ricorso degli islamici sulla moschea
La battaglia legale sul centro culturale islamico, il Tar boccia il ricorso della comunità musulmana. Vincono palazzo Broletto e l’Ats, la moschea «fantasma» non può aprire i battenti. In questi giorni il Tribunale amministrativo regionale ha respinto il ricorso dell’associazione Al Baraka e del proprietario del capannone nella zona industriale dove sorge il centro culturale islamico, che si erano opposti al provvedimento dell’amministrazione e dell’allora Asl Milano 2 (oggi Ats). La querelle era scoppiata nel settembre 2014, quando il Comune aveva negato il cambio di destinazione d’uso da produttivo a culturale-religioso del capannone destinato ad ospitare il centro islamico, che si trova nel perimetro del sito inquinato di rilevanza regionale dell’ex Saronio: ecco perché secondo l’allora Asl lo svolgimento di attività di questo tipo, che avrebbero peraltro interessato categorie fragili quali bambini, donne e anziani, non era compatibile con il grado d’inquinamento riscontrato nell’area. Era nato da lì il vibrante braccio di ferro, che ben presto era approdato anche sui banchi della politica locale: nei mesi successivi al diniego dell’amministrazione, infatti, la Lega Nord aveva denunciato il fatto che la comunità islamica continuasse a ritrovarsi all’interno del capannone. Di qui le ordinanze di chiusura da parte degli uffici comunali, contro cui però l’associazione Al Baraka e il proprietario del capannone avevano presentato ricorso al Tar: la loro tesi era che, al termine del piano di caratterizzazione sull’area avviato nel 2012, l’Arpa avesse dato il via libera alle attività di carattere industriale e commerciale. Secondo i ricorrenti erano proprio questi i valori a cui doveva riferirsi l’Asl, e non quelli più restrittivi previsti per i siti ad uso privato e residenziale, che tutelavano la salute di chi si trovasse esposto per un periodo di tempo potenzialmente indeterminato agli agenti inquinanti. In questo caso invece, era la loro tesi, i soggetti che usufruivano del centro islamico lo facevano per periodi limitati di tempo. Ma il Tar ha ritenuto pienamente attendibile il giudizio dell’Asl che, in sintonia con i principi della disciplina, si è attestato sulla valutazione prudenziale del rischio di inquinamento. Pur non ponendo una preclusione assoluta al futuro insediamento del luogo di culto, che dovrà essere in ogni caso preceduto da una bonifica dell’area, il tribunale amministrativo ha quindi ritenuto legittimo il diniego dell’amministrazione. «La sentenza conferma la regolarità dei provvedimenti emessi dal nostro Comune - ribadisce il sindaco Vito Bellomo -, di cui a partire dai prossimi giorni verificheremo l’effettivo rispetto». Nell’ultimo periodo comunque, l’ultimo caso è di ieri, l’afflusso di gente al centro islamico si è di fatto azzerato.
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