Melegnano, il Borgo resta senza il medico di famiglia

La sostituta riceve al Giardino, i residenti chiedono ad Ats di trovare una soluzione

«Siamo una delle zone più popolose di Melegnano, ma non abbiamo neppure un medico di famiglia, durante l’estate ci è stata tolta pure la Guardia medica». È questo il nuovo grido di dolore del quartiere Borgo tra il centro città e la via Emilia, che conta la presenza di oltre 4mila abitanti e da ormai tre mesi si ritrova senza neppure un dottore di medicina generale. «Con l’ambulatorio in via Cesare Battisti nel cuore del quartiere, sino a pochi mesi fa il medico per eccellenza del Borgo era il dottor Giuseppe Bellinzoni, che però a inizio giugno ha appeso il camice al chiodo - è sbottato il 79enne Mario Daelli -. Complice la generale carenza di camici bianchi, i suoi 1.500 pazienti sono stati trasferiti automaticamente alla sostituta, che però li riceve in zona Giardino dall’altra parte della città». Come conferma l’84enne Achille Cremonesi, tutto questo ha naturalmente provocato notevoli disagi per i residenti del Borgo, quartiere abitato in buona parte da anziani in diversi casi senza neppure la macchina, per i quali diventa anche complesso utilizzare i mezzi tecnologici sempre più richiesti nei rapporti con i medici di famiglia. «Nel corso dell’estate abbiamo perso pure la Guardia medica, che era molto preziosa durante le ore serali e nei fine settimana - rincara la dose il 64enne Giorgio Vidibello -: a luglio il servizio ha lasciato la sede della Croce bianca in Borgo per spostarsi in via VIII Giugno negli spazi dell’Ats, che anche in questo caso si trovano nel quartiere Giardino». L’ultima doccia fredda è arrivata proprio in questi giorni quando, dopo soli tre mesi di permanenza in città, la sostituta di Bellinzoni ha comunicato ai pazienti che a fine settembre terminerà il proprio servizio a Melegnano. «Con questo continuo valzer di dottori, diventa impossibile creare quel clima di fiducia e collaborazione che deve invece sussistere tra un paziente e il proprio medico di famiglia - ribadisce Daelli in conclusione -. Il tutto è ulteriormente aggravato dalla cronica carenza di camici bianchi, che rende impossibile la scelta di altri dottori, i cui ambulatori non si troverebbero peraltro nel nostro quartiere». È nata da qui la decisa presa di posizione degli abitanti del Borgo, che con l’84enne Anselmo Abbili sono tornati alla carica sulla necessità di trovare finalmente una soluzione per far fronte a quella che sta diventando una vera e propria emergenza.

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