Melegnano, salta il “bonus” del Perdono

Buste paga decurtate per recuperare 30mila euro, la giunta taglia le risorse aggiuntive destinate alla Fiera del Perdono

Il Comune sfora il Patto di stabilità, salta il bonus per la Fiera del Perdono. Doccia fredda per una trentina di lavoratori, l’amministrazione taglia oltre 30mila euro. Scoppia di nuovo la bagarre a palazzo Broletto. «Lo sforamento del Patto di stabilità per l’anno 2012 avrà pesanti ripercussioni per i lavoratori del Comune - hanno incalzato Gianluca Maritato della Uil e Sergio Iannaccone della Cgil -. Seguendo alla lettera una pronuncia della Corte dei Conti, palazzo Broletto ha tagliato le risorse aggiuntive destinate al capitolo Fiera del Perdono». Vale a dire la massima kermesse cittadina, che ogni anno vede l’organizzazione di una miriade di eventi e la presenza in città di migliaia di persone in arrivo dall’intero territorio. «Ma queste risorse aggiuntive, che si riferiscono peraltro ad attività regolarmente svolte, erano già state erogate - hanno continuato i sindacalisti -. Ecco perché chi le aveva ricevute si è visto di fatto decurtare lo stipendio. Si tratta in particolare di una trentina di lavoratori tra agenti della polizia locale e impiegati dell’ufficio tecnico, amministrativo e del settore ragioneria. Le somme tagliate variano da caso a caso, ma non sono certo di poco conto. Abbiamo sottoscritto il relativo accordo per non penalizzare tutti i lavoratori - hanno chiarito Maritato e Iannaccone -. Fermo restando che lo sforamento del Patto di stabilità è stato causato da una cattiva gestione dell’ente. Non dipende insomma in alcun modo dai lavoratori del Comune, che anzi hanno sempre eseguito i compiti loro assegnati». Ancora più duro Rosario Arcoraci della Cisl. «L’accordo è illegittimo perché è stato siglato da chi non aveva titolo a farlo - ha tuonato il sindacalista -. Ecco perché, in attesa di un vertice con l’amministrazione, siamo pronti a proclamare un nuovo stato di agitazione. La verità è che i lavoratori hanno diritto a quei soldi, la responsabilità dello sforamento è tutta di palazzo Broletto. Senza contare che, come del resto prevede la legge, il piano di rientro doveva essere calibrato sulle possibilità economiche del singolo lavoratore. E non attraverso un prelievo tout court, come è invece avvenuto». Sulla querelle ha preso posizione anche il sindaco Vito Bellomo: «La pronuncia della Corte dei conti - ha detto - lascia spazio a pochi margini di trattativa».

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