MELEGNANO Un libro racconta l’epopea del ginnasta Angelo Vicardi

Conquistò la medaglia di bronzo nelle Olimpiadi del 1960 a Roma

«È l’omaggio doveroso nei confronti di un grande meregnanin, uno dei massimi sportivi nella storia della nostra città». Con un misto di emozione e orgoglio, l’88enne Sergio Vicardi presenta così il libro, commissionato allo storico Vitantonio Palmisano, che racconta la straordinaria vita del fratello Angelo (1936-2006), il mitico ginnasta vincitore della medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 1960 a Roma. «Con la figlia di Angelo Paola ci pensavamo da tempo, finalmente è arrivata la volta buona - afferma Sergio -: è nato così il libro dato alle stampe alla fine dello scorso anno, che ripercorre la carriera di uno tra i più grandi sportivi della storia di Melegnano e non solo». Come racconta Palmisano nel libro edito da Gemini Grafica e corredato da decine di foto, quella di Angelo Vicardi è stata una carriera ai massimi livelli: dopo aver militato in gioventù nella Virtus et Labor, la più antica società sportiva cittadina dall’alto dei suoi 118 anni di storia, nel 1954 a soli 17 anni partecipò ai Mondiali di ginnastica. Vicardi rappresentò l’Italia in due Olimpiadi (Roma 1960 e Tokyo 1964) e in tre campionati mondiali, ma conquistò anche la medaglia d’oro in varie edizioni dei Giochi del Mediterraneo e fu campione italiano assoluto nel 1959. Terminata la carriera di ginnasta, fondò la Ginnastica Melegnano 75 e rimase nell’ambiente come tecnico, giudice e dirigente, chiudendo il cerchio ideale di una vita spesa al servizio dello sport. Non a caso nel 2005 il Coni gli conferì il massimo riconoscimento della Stella d’argento, ma la sua figura è legata soprattutto alla prestigiosa medaglia di bronzo conquistata nella gara di ginnastica a squadre alle Olimpiadi di Roma 1960. «Da allora sono trascorsi oltre 60 anni, ma ricordo come fosse ieri la grande festa organizzata al suo ritorno a Melegnano - conclude il fratello Sergio commosso -. Accolto a Milano dal presidente Gino Corbellini con l’ultimo suo istruttore alla Virtus et Labor Angelo Marzi, fu accompagnato in treno alla stazione di Melegnano. Arrivato attorno alle 19, Angelo venne portato in trionfo dallo scalo ferroviario all’oratorio, dove continuò la festa alla presenza delle massime autorità civili e religiose».

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