Muore a S. Giuliano dopo il litigio,indagato l’ex compagno

(aggiornamento, 1 marzo ore 19) L’unico sospettato per l’omicidio di Antonia Bianco, la 43enne milanese trafitta da una stilettata che le ha perforato il cuore, è l’ex fidanzato. Solo sospettato per il momento, perché a carico di B. C., 55enne di San Giuliano, tuttora a piede libero, non c’è nessun provvedimento di fermo disposto dalla procura di Milano, che coordina le indagini

Il cuore di Antonia Bianco, 43 anni di Milano, non si è fermato per un attacco cardiaco, come si era pensato in un primo momento il tragico 13 febbraio della sua morte, ma per una «stilettata» che le ha lacerato il pericardio. Il colpo fatale le sarebbe stato inferto quello stesso giorno, dopo un litigio con l’ex fidanzato, il 55enne B. C., residente a San Giuliano, che ora è iscritto sul libro degli indagati per omicidio. I carabinieri della Compagnia di San Donato, coordinati dal procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno e dal pm Maria Vulpio, stanno cercando di chiarire la dinamica dei fatti e con quale arma sia stata ammazzata la giovane donna, che lascia senza una mamma un bambino. Il principale sospettato non poteva essere che l’ex compagno, con cui aveva una storia tormentata. Lei stessa lo aveva denunciato per stalking e lesioni, ed era rimasta sola col suo bambino.

Eppure quel 13 febbraio aveva deciso di incontrarlo; era andata in via Turati per chiarire la loro relazione, ma ne era nato un litigio. Non è ancora ben chiaro se sia avvenuto nell’appartamento di lui per poi concludersi fuori, sulla via Turati, dove Antonia sarebbe poi stata soccorsa. I carabinieri erano stati chiamati «formalmente» per una lite in famiglia, ma Antonia era già in fin di vita, il volto terreo e le gambe traballanti, per essere raccolta in strada e trasportata d’urgenza al policlinico di San Donato. Nel tragitto, stando alle indiscrezioni, avrebbe biascicato a uno dei soccorritori di essere stata picchiata. Ma, poche ore dopo alla dichiarazione del suo decesso, sul suo corpo non erano stati notati sangue, né contusioni che facessero pensare a una morte violenta. Ecco perché la prima ipotesi era stata quella di un infarto, provocato dalla tensione di quell’incontro pomeridiano.

I carabinieri della tenenza di San Giuliano e la famiglia comunque non sono parsi credere a un simile epilogo, nonostante l’ispezione cadaverica avesse confermato il decesso per cause naturali; di qui la richiesta di un’autopsia, che puntualmente è stata poi disposta dall’autorità giudiziaria. E l’esame autoptico ha successivamente svelato un taglio sospetto della larghezza di poco meno di un centimetro, nascosto sotto l’ascella: un segno che sembra lasciato da un oggetto appuntito, andato in profondità, fino al cuore, e che avrebbe provocato il decesso di Antonia.

Ora i carabinieri dovranno capire quale sia l’arma del delitto e se è stato veramente l’ex fidanzato a brandirla. Pare ci siano anche dei testimoni che potrebbero svelare com’è andata, ma sul punto gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo. Fatto sta che in via Turati, in pochi sembrano ricordarsi di quel 13 febbraio, nonostante la donna sia stata soccorsa alle 16 di pomeriggio sul marciapiede di una strada trafficata: «Io pensavo al solito litigio, poi ho visto l’ambulanza e i carabinieri, ma chi mai avrebbe pensato che sarebbe finita così?», ha commentato ieri un commerciante ai giornalisti televisivi e della carta stampata.

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