È ormai “incubo nutrie” per gli agricoltori del Sudmilano. «I roditori sono deleteri per le nostre colture», denunciano. A farsi promotore della battaglia è stato Giuseppe Soldi, agricoltore di Carpiano e sino a un paio di mesi fa presidente del Lions club di Melegnano. «Le nutrie stanno distruggendo le nostre colture, dalla semina al raccolto, con un grave danno economico per le aziende agricole dell’intero Sudmilano - ha attaccato Soldi -. Al di là delle pesantissime ripercussioni sul piano alimentare, poi, i roditori sono dannosi per le sponde dei fiumi e dei fossi, dove scavano tane enormi, che sono ovviamente pericolose per le strade e la viabilità. Ma ci fanno anche perdere grandi quantità d’acqua, che per noi sono fondamentali per l’irrigazione - ha incalzato l’agricoltore di Carpiano -. Le trovo di notte, in mezzo alle mie bovine, che mangiano la loro razione giornaliera, composta da cereali, gironzolano nei paesi tra lo stupore dei cittadini, ma pochi denunciano il fatto alle autorità comunali. Eppure, si tratta di animali che possono portare gravi malattie». Di qui la decisa presa di posizione di Soldi. «Anche perché i sistemi di cattura con le gabbie e l’abbattimento con i fucili non hanno prodotto i risultati sperati - ha ribadito l’agricoltore -. Chiediamo quindi ai comuni, alla provincia di Milano e alla Regione una maggiore attenzione alla problematica, che preveda anche il reale coinvolgimento delle aziende agricole del Sudmilano. Siamo noi del resto le vittime di una situazione diventata ormai insostenibile, tanto più che gli indennizzi per i danni subiti non sono certo veloci». Soldi ha infine citato il caso del piano “Trapper”, progetto sperimentale varato di recente dalla Provincia di Cremona. «La ditta specializzata incaricata dell’intervento non si occuperà solo della cattura e della soppressione delle nutrie, ma anche di coordinare tutti i volontari appositamente formati ed autorizzati dall’amministrazione provinciale - ha spiegato l’agricoltore -. Una soluzione di questo tipo potrebbe essere adottata anche nel nostro territorio». Sul “caso nutrie” hanno preso posizione anche gli esperti della Provincia di Milano. «Si tratta certamente di un problema complesso, ma non stiamo certo con le mani in mano - hanno ribattuto da palazzo Isimbardi -. A partire da quest’anno, infatti, abbiamo varato un piano di controllo quinquennale, che conta sull’operato delle Guardie venatorie volontarie appositamente formate e abilitate per questo genere di interventi. Le aziende agricole - hanno concluso gli esperti di palazzo Isimbardi -, che sopportano i danni maggiori dovuti a questo fenomeno, possono richiedere interventi tempestivi e capillari, tramite le loro associazioni di categoria, al servizio faunistico provinciale».
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