Alla vigilia del compleanno di suo figlio Andrea De Nando, investito da un’automobile in corsa a Peschiera Borromeo, Elisabetta Cipollone ha conseguito un importante risultato: ieri, con il via libera del Senato, il provvedimento che introduce il reato di omicidio stradale è diventato legge. «È terminata una staffetta infinita, fatta di sofferenza e difficoltà - spiega -. Sono soddisfatta benché non mi sia piaciuta l’azione del Governo di porre la fiducia al disegno di legge. In questo modo è come se la votazione fosse stata un po’ forzata. Io, invece, avrei voluto che i rappresentanti politici, mettendosi una mano sulla coscienza, avessero condiviso l’intento che io e gli altri parenti delle vittime della strada abbiamo finora perseguito».
L’obiettivo centrato dalla “mamma coraggio” peschierese non è però considerato un punto di arrivo. «Adesso che siamo in possesso di una pena certa e severa - illustra - c’è bisogno di proseguire con l’educazione stradale e la prevenzione, attraverso mezzi più efficaci di quelli a disposizione dei semplici volontari. Non dimentichiamo che l’automobile resta sempre un’arma». Per Elisabetta Cipollone l’introduzione del reato di omicidio stradale non è casuale, ricade infatti a poche ore dal compleanno (3 marzo) del figlio defunto. «È un suo regalo - sorride -. È così. Mi piace pensare che grazie ad Andrea adesso tutti i miei cari e le persone in generale avranno maggior protezione. Questa è stata la motivazione che mi ha mosso in tutti questi anni. Mai la vendetta. Tant’è vero che sono pronta a incontrare chi ha tolto la vita a mio figlio. Ma ci sono domande - chiosa - che continuo a ripetermi e a cui non avrò mai risposta: se il 29 gennaio 2011 quell’uomo avesse avuto la consapevolezza di scontare tanti anni in carcere, come prevede quest’ultima disposizione, avrebbe guidato allo stesso modo? Sarebbe andata diversamente?».
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