Pagina per ringraziare il Predabissi

Ricoverato per 153 giorni di fila, 60 dei quali in terapia intensiva, è stato in sala operatoria 8 volte ed è sopravvissuto persino a un batterio killer. Stefano Carelli, 36 enne affetto da una gravissima pancreatite acuta, è stato salvato tre volte per “i capelli”. Oggi, finalmente, uscirà dall’ospedale di Vizzolo, per andare a fare riabilitazione nella clinica di Ponte dell’Olio. Le ossa, dopo tutto quel tempo a letto, non sono più in grado di sorreggerlo. Ci vorranno ancora due mesi, ma i genitori hanno pazienza. Per ringraziare i medici e gli operatori dell’ospedale di Vizzolo hanno acquistato addirittura una pagina intera sul «Cittadino». «Sono stati bravissimi - dice papà Alessandro -. Il chirurgo Carlo Invernizzi l’ha preso tre volte per i capelli. L’ho visto uscire dalla sala operatoria e gettare sconfortato la mascherina per terra: il pancreas era pieno di infezioni, la situazione disastrosa. Invece gli hanno salvato la vita».

Carelli, che abita a Cerro, è il titolare della libreria Mondadori di via Zuavi, a Melegnano, e della cartoleria di fianco. In città lo conoscono tutti.

«La sua storia - racconta papà Carelli che ha seguito passo passo il figlio, ex alunno del San Francesco di Lodi, insieme alla moglie Lucia Malusardi, originaria di Caviaga -è partita due anni fa con una pancreatite. Quest’anno, il 5 gennaio, Stefano si trovava in Romania. Era ospite di un amico di Lodi che ha sposato una ragazza romena. Erano lì, in un paesino sugli Urali, a festeggiare il Natale ortodosso. È stato colpito da un nuovo attacco di pancreatite. È stato ricoverato in un piccolo ospedale. Poi, l’hanno trasportato con l’ambulanza all’aeroporto, 4 ore di viaggio completamente gratuite. È atterrato a Bergamo e con una nuova ambulanza è arrivato all’ospedale di Vizzolo. Era il 10 gennaio».

Ha resistito solo due giorni in medicina, poi i dolori diventavano sempre più insopportabili.

«Stefano - spiega papà Alessandro - è stato trasferito in terapia intensiva e lì è rimasto per circa 60 giorni, in coma farmacologico. È stato operato tre volte»,

La sua era una pancreatite acuta e necrotica, la forma più grave. «Hanno intubato mio figlio e il dottor Invernizzi l’ha operato - aggiunge Carelli -. Ce l’ha messa tutta. Era pieno di infezioni che continuavano a ricrearsi. È stato anche attaccato da un batterio killer. Altri due pazienti anziani sono morti per questo, lui, invece, è riuscito a superarlo. Domani esce, finalmente dall’ospedale e va a Ponte dell’Olio per la riabilitazione».

Il 36enne, infatti, non riesce ad alzarsi e a stare in piedi, dopo tutto quel tempo a letto. «Il peggio però è passato - aggiunge il genitore -, è solo questione di tempo. A casa lo aspettiamo, io, mia moglie e mio figlio Federico, oltre ad Arianna, la fidanzata di Lodi».

Carelli non ha parole per ringraziare tutti gli operatori del reparto di chirurgia e rianimazione del Predabissi: «Sono stati bravissimi, per professionalità e umanità - assicura -. In questo percorso devo dire che gli operatori della sanità pubblica hanno sempre lavorato con il cuore. Grazie a tutti».

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