«Per noi Sara è una principessa»
In coma dopo un’operazione, torna a casa ogni week end
Da due dannatissimi anni e mezzo Sara Ippolito è in stato vegetativo. Da allora i suoi genitori non hanno smesso un attimo di prendersi cura di lei. La ragazza, che ha compiuto 18 anni, il 29 gennaio scorso, è caduta in coma dopo un intervento all’appendicite, nel presidio di Vizzolo.
Sul caso adesso è stata aperta un causa. Il 27 giugno ci sarà un’altra udienza. Il giudice ascolterà due infermiere del presidio.
Lo scorso compleanno è stato il primo trascorso a casa: una festa bellissima che ha fatto da apripista a tanti altri incontri, commoventi come il primo. «Da allora - racconta il papà - la portiamo a casa tutti i fine settimana. Andiamo a prenderla al Pio Albergo Trivulzio il venerdì sera o il sabato mattina. La domenica poi ritorna in clinica. I viaggi su e giù da Milano a Torre Vecchia Pia continueranno fino a febbraio, poi speriamo di riuscire a terminare i lavori di ristrutturazione di casa nostra per poterla accogliere. A dire la verità dobbiamo ancora iniziare: abbiamo avuto numerosi problemi burocratici. Una volta sbrigati quelli, poi, gli adeguamenti strutturali si fanno in un attimo».
Per adesso, quindi, Sara e la sua famiglia si devono accontentare dei fine settimana. La mamma sta costantemente al suo fianco, all’ospedale, ma a casa il clima è diverso. «Quando sento che si lamenta o piange un po’ - spiega papà Ippolito - mi sdraio vicino a lei sul letto e le metto un braccio intorno alla testa, lei si tranquillizza. Se fosse successo una volta sola direi che è un caso, invece accade frequentemente. Penso quasi che lo faccia apposta per farsi coccolare».
Quando Sara tornerà a casa la famiglia farà ricorso a un’infermiera e alla fisioterapista. «A casa sarà tutto più impegnativo - ammette il papà -, ma abbiamo visto che riusciamo a gestirci bene. Un aiuto però servirà. Alla metà di luglio dovrebbe arrivare anche il doblò con la pedana per far salire la carrozzina. In questo periodo abbiamo sempre preso in prestito l’auto di un amico. All’ospedale sono molto bravi, ma quando ci siamo noi è tutta un’altra cosa. Lei riconosce le mani della mamma, le voci, le presenze. Domenica scorsa siamo usciti io e lei insieme, alle 8 e mezza della mattina. Abbiamo fatto il giro del paese. Io spingevo la carrozzina, ci fermavamo a chiacchierare e lei era tranquilla, molto brava».
Si sentiva come una “principessa”. È così, infatti, che la definisce Nadia, la secondogenita di casa Ippolito. Spesso le due ragazze se ne stanno sedute, vicine vicine, sul divano. Nadia racconta a Sara tutti i suoi segreti. Il dialogo tra le sorelle non si è mai interrotto.
Cristina Vercellone
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