“Sicurezza: banca se ci sei batti un colpo”. Questo il messaggio lanciato ieri mattina dai sindacalisti della Fabi durante il picchetto di protesta organizzato davanti alla filiale della Banca Intesa-San Paolo di Sordio, razziata non più tardi di venerdì mattina. Dopo l’ennesima rapina all’agenzia lungo la via Emilia (la quarta in due anni) la Federazione autonoma dei bancari italiani ha deciso di “salire sulle barricate” e dare vita a una manifestazione di protesta contro Intesa-San Paolo, nella speranza di raggiungere un duplice obiettivo: nell’immediato costringere l’istituto di credito a posizionare davanti alla filiale di Sordio una guardia giurata; nel medio periodo ottenere lo spostamento della filiale stessa in una zona più centrale - e dunque meno pericolosa - del paese.
Il sit-in di protesta è iniziato attorno alle 8.30, pochi minuti dopo l’apertura della filiale. All’ingresso dell’agenzia si sono presentati Ettore Necchi, coordinatore provinciale della Fabi di Lodi e Luca Colombo, coordinatore territoriale Lombardia sud-est della Fabi per il gruppo Intesa-San Paolo. «La filiale di Sordio è sulla via Emilia, un’ottima via di fuga, e dunque è esposta per sua stessa natura alle rapine - ha denunciato Necchi -, all’interno della filiale ci sono quattro dipendenti, che ormai sono esasperate, anche perché all’esterno manca la guardia giurata. Abbiamo deciso di scendere in campo in maniera eclatante dopo la rapina di venerdì, l’ennesima. Ci siamo posizionati davanti alla filiale con bandiere e striscioni: molti clienti, entrando, ci hanno chiesto le ragioni della protesta. Abbiamo risposto che stiamo conducendo questa battaglia anche nel loro interesse».
Il picchetto è durato un paio d’ore. All’esterno i sindacalisti, all’interno i dipendenti, oltre a un ispettore del gruppo Intesa-San Paolo e un responsabile aziendale della sicurezza. «La filiale di Sordio è inserita in un contesto inadeguato - ha spiegato Colombo - è in un luogo isolato e si affaccia sulla via Emilia. In due anni si sono registrate quattro rapine, ma anche in precedenza il problema era presente. Abbiamo contattato il sindaco di Sordio affinché si attivasse, mentre dall’azienda finora abbiamo ricevuto risposte molto fredde. Restiamo convinti che al momento l’unica strada percorribile sia quella di posizionare una guardia giurata all’ingresso della filiale, nella speranza che in futuro l’agenzia venga spostata».
Il presidio di Sordio è servito alla Fabi per fare il punto della situazione sull’allarme sicurezza nelle banche del territorio. «Il rischio rimane elevato - ha dichiarato Necchi - e per questo chiediamo che il nuovo prefetto di Lodi convochi un incontro per affrontare il problema. L’attuale accordo tra banche e sindacati sulla sicurezza e la prevenzione delle rapine è assolutamente sbilanciato a favore degli istituti di credito, tant’è vero che non ha portato risultati apprezzabili».
© RIPRODUZIONE RISERVATA