
Postal Market, da simbolo del boom a “buco nero”
Lo stabilimento di Peschiera Borromeo è ormai in stato di abbandono
Era il “sogno americano” di un’Italia che credeva fortemente nel futuro e nel benessere a portata di mano. Non con un click ma con un ordine telefonico. A ben vedere antesignana di Amazon, in epoca pre-internet e quando nessuno pensava alla consegna a domicilio, Postal Market è tutt’ora nell’immaginario collettivo simbolo inossidabile di un Paese in crescita, pungolo di innovazione, sogni e possibilità di avere il mondo “a portata di mano”. E di quel sogno ogni restano capannoni abbandonati, mucchi di cataloghi fradici di umidità, scatoloni ammassati con l’inconfondibile logo a ricordare tristemente di quando quei 77mila metri quadrati di uffici, magazzini e linee di smistamento risuonavano di attività inarrestabili. È un viaggio nella malinconia, quello che si compie varcando i cancelli sbarrati dello stabilimento di via Trieste, a San Bovio. Cancelli chiusi dal 2002, quando l’ultimo, tragico fallimento decretò la fine del sogno che centinaia di famiglie avevano disperatamente tentato di mantenere vivo.
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