Rifiuti abbandonati e inciviltà, il Sudmilano trasformato in discarica

Segnalazioni da piazza Marcora a San Donato, dalla Sp 164 a San Giuliano, da Peschiera e Mediglia

Barbara Sanaldi

Una guerra senza esclusione di colpi, e se qualche battaglia sembra conclusa a favore della “civiltà”, restano, seminascoste ma nemmeno troppo, frange di irriducibili che continuano a imbrattare e deturpare il territorio a suon di scarichi abusivi e palese inciviltà. È la “cronica” battaglia contro gli “scaricatori compulsivi” che sembrano individuare zone più o meno isolate del territorio come “pattumiera” personale.

Se da un lato le operazioni di contrasto - con telecamere che hanno in più occasioni consentito di individuare e sanzionare i responsabili - e le periodiche pulizie straordinarie hanno permesso di “ripulire” aree che da anni erano dolorose “macchie” sul territorio, ancora capita di individuare “mucchi” di rottami e scarti d’ogni genere. È il caso, ad esempio, del parcheggio di via Marcora, a San Donato, a due passi dall’ingresso del percorso storico-ambientalista conosciuto come “sentiero dei Monaci”, dove mani ignote hanno scaricato i residui di quello che appare un “cambio arredo” quasi completo. Resti di un armadio, un materasso, vecchi televisori più il monitori di un Pc, una altrettanto vecchia stampante e altro ancora ingombrano parte del parcheggio e delle aiuole. Tutto in “bella vista”, scaricato forse nottetempo approfittando del periodo di esodo estivo.

Hanno invece cercato di nascondere, almeno parzialmente, il maxi scarico - da suppellettili da cucina a mobili distrutti, da laterizi frutto di ristrutturazioni a materiali di scarto di natura indefinibile - gli ignoti che hanno “sfruttato” una rientranza della Sp 164, la San Giuliano-Locate Triulzi, solo parzialmente chiusa da un pesante jersey in cemento per creare una discarica. Stesso accorgimento, nascondere almeno in parte alla vista il risultato dello scarico abusivo, adottato da chi è tornato a imbrattare l’angolo verde che da via Grandi, a Peschiera, immette sulla strada che corre lungo le piste dell’aroporto di Linate e porta all’area dell’ex cava Farsura. Dietro i jersey che proteggono la piccola roggia che corre appena sotto la strada mani ignote hanno scaricato “di tutto un po’”. Anche qui i materiali sembrano residui di una ristrutturazione, una caldaia e un condizionatore, macerie e mobili vari. E un muro, quello del locale servizi, nasconde anche la discarica che è tornata a crescere lungo la Paullese, nel parcheggio di Vigliano.

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