San Donato: «Appalto irregolare per le ambulanze di Pavia», la Finanza arresta un 54enne - VIDEO
È il direttore generale dell’Asst pavese Michele Brait, ai domiciliari
L’ex consigliere comunale di Forza Italia e ed ex presidente dell’Azienda comunale servizi di San Donato Milanese Michele Brait, 54 anni, dall’estate del 2016 direttore generale dell’Asst di Pavia, è da questa mattina agli arresti domiciliari per l’ipotesi di turbativa d’asta nell’ambito delle indagini della guardia di finanza di Pavia e di Vigevano, dirette dal sostituto procuratore Roberto Valli e coordinate dal procuratore aggiunto Mario Venditti, in cui vengono contestate numerose irregolarità nel bando di gara indetto dalla Asst di Pavia nel 2017 per l’affidamento dei servizi di trasporto in ambulanza svolti da una cooperativa di Pesaro per gli ospedali di Voghera, Vigevano, Mede, Mortara, Casorate Primo, Broni e Stradella. Altri tre gli arresti domiciliari disposti dal Gip pavese Maria Cristina Lapi. La cooperativa, dopo essersi aggiudicata un appalto da circa 2 milioni di euro avrebbe spesso mancato di garantire il servizio richiesto, con numerose segnalazioni pervenute dai pazienti trasportati e dai medici ospedalieri, facendo sospettare agli investigatori l’utilizzo di un numero di autoambulanze e automediche inferiore a quello che era stato contrattualmente previsto. Dalle indagini è emerso che durante la partecipazione al bando di gara la cooperativa avrebbe presentato un’offerta che è ritenuta anomala: le Fiamme Gialle hanno accertato che la base d’asta dell’appalto era stata fissata a una soglia inferiore alle tariffe regionali, causando, di fatto, l’esclusione automatica di altri operatori, anche storici, dei trasporti sanitari . Il ribasso di oltre il 25% sulle tariffe regionali lombarde sarebbe stato anche il frutto di prestazioni “da volontario” richieste ai lavoratori della cooperativa. Secondo le ipotesi investigative, direttore Asst e responsabile unico del procedimento della gara sarebbero stati consapevoli della palese anomalia dell’offerta e, successivamente, a fronte delle numerose violazioni contrattuali acclarate già durante il periodo di prova, non avrebbero proceduto alla revoca dell’aggiudicazione. Si sospetta anche che le modalità di uso delle ambulanze non consentisse sempre valide procedure di sanificazione. La cooperativa indagata è parte di un consorzio più ampio con sede a Messina nel quale sono presenti altre cooperative operanti nel settore del trasporto sanitario.
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