Non si trovano gli insegnanti di sostegno: alla scuola elementare Salvo D’Acquisto è emergenza per sette bambini disabili, con due alunni autistici che stanno vivendo situazioni problematiche. «La scuola sta letteralmente facendo salti mortali per sopperire a questa lacuna – fa presente il dirigente scolastico Carlo Massaro -, contiamo anche sull’impegno di maestre che non sono di sostegno pur di aiutare in tutti i modi questi alunni». Entrando nel merito di una situazione difficile da gestire, il preside prosegue: «Il problema è che gli insegnanti di sostegno non si trovano, quelli provenienti dal Sud Italia fanno fatica a trasferirsi in Lombardia, ho personalmente setacciato le graduatorie e ho anche provato a fare una serie di telefonate a tutti gli interlocutori possibili, ma sinora l’unica speranza che si sta facendo avanti è che nei prossimi giorni ne arrivi uno».
Se così fosse, con il nuovo inserimento gli insegnanti di sostegno alla D’Acquisto raggiungerebbero la quota di quattro prevista dal provveditorato per sette bambini disabili, con 11 ore alla settimana per singolo bambino, oltre alle 9 ore coperte dagli educatori del Comune, per un totale di 20 ore alla settimana ciascuno, quando la scuola sarebbe di 40 ore, sebbene alcuni genitori di bambini disabili, vista anche la situazione, il pomeriggio vanno a prendere in anticipo i loro figli.
La situazione sta preoccupando le famiglie. «La scuola, che ringrazio, si sta impegnando tantissimo per mio figlio e per gli altri bambini disabili – spiega K.F., la mamma di uno degli alunni che attende l’insegnante di sostegno -, ma purtroppo resta un grosso problema da risolvere, legato al fatto che in assenza di un punto di riferimento stabile, mio figlio, che è autistico, sta dando segnali di difficoltà, si vede che non è tranquillo, gli manca un appoggio, un giorno è anche uscito a scappare da scuola, lo hanno trovato nel parcheggio dove di solito lo aspetta il papà. Gli insegnanti, credo davvero, non hanno colpe, perché si tratta di episodi che possono capitare, ma il bambino ha assolutamente bisogno di una figura di riferimento, come c’era l’anno scorso, in cui aveva vissuto una bella esperienza che lo rendeva più tranquillo».
Inoltre la mamma del bimbo direttamente interessato fa presente: «Anche nel percorso guidato da esperti, che sta facendo al di fuori degli orari di lezione, mio figlio risente del disagio che si trova ad affrontare a scuola, dove si sente in una situazione di precarietà che talvolta si riflette anche nel suo comportamento, ma noi genitori, che siamo ben consapevoli della situazione, e anche degli sforzi che stanno facendo il preside e gli insegnanti, di fronte a un problema del genere non sappiamo davvero cosa fare».
© RIPRODUZIONE RISERVATA