SAN DONATO In via per Civesio il benvenuto del “gigante” abbandonato VIDEO

Un’area che avrebbe dovuto ospitare attività produttive, un intervento ormai quasi del tutto completato che da anni versa in stato di completo abbandono, e un “biglietto da visita” tutt’altro che gradevole per la città e l’intera zona. Svetta tra i capannoni e le ditte che costituiscono il nerbo attivo di una delle zone industriali a ridosso della tangenziale est, sul confine tra i comuni di San Donato e San Giuliano, quello che è uno degli “ecomostri” residui di un territorio che, in passato, aveva già pagato un alto prezzo per le “incompiute”, basti pensare al Blue Residence o al mega hotel di Ponte Lambro.

Il grande edificio, due maxi piani in cemento che sembrano bocche spalancate sul nulla, è un grande capannone mai completato in via per Civesio. L’area di cantiere, debitamente recintata e chiusa da grossi lucchetti che impediscono l’accesso, sorge su un’area privata a ridosso della tangenziale – e per chi la percorre l’immagine della struttura appare come una sorta di sarcastico “benvenuto” – proprio al confine tra le due città. Abbandonato da anni, il blocco di cemento è quasi del tutto inglobato dalla vegetazione che ricopre gran parte della proprietà e si spinge fin sulla carreggiata di via per Civesio. A rilanciare la segnalazione di quello che da anni è, appunto, un ecomostro, seppur in tono minore rispetto ai “cugini più grandi” rimossi negli anni, sono diverse associazioni del territorio che, rimarcando come la struttura rappresenti, oltre che una ovvia “bruttura”, anche un consumo del suolo «senza che se ne veda ragione e spiegazione», chiedono che le autorità comunali si attivino per individuare la proprietà e predispongano interventi atti a sanare quella che è vista come una «ferita sul territorio». Abbattere il “mostro”, e magari realizzare un progetto di “oasi inclusiva” sul genere di quello che è stato realizzato a Ponte Lambro, significherebbe «dare un segnale importante di attenzione al territorio».n