Il Comune di Milano apre il fronte di guerra contro l’abusivismo e la vendita di oggetti di dubbia provenienza nei mercatini, oltre che alla microcriminalità che spesso vi orbita intorno. Con l’approvazione di nuove linee guida Palazzo Marino cambia le regole per i mercatini dell’usato e del libero scambio, tradizionalmente organizzati dalle associazioni milanesi in alcune zone di Milano, come le aree antistanti la Mm San Donato, il centro commerciale Bonola, via Armorari e il portico di via della Posta. Si comincia con l’area su cui insisteranno i mercatini, che sarà concessa dal Comune all’associazione organizzatrice dietro corrispettivo del canone Cosap. I mercatini riguarderanno esclusivamente l’esposizione, lo scambio e la vendita di beni usati o provenienti dal collezionismo privato, da parte di soggetti che non esercitino attività commerciali in modo professionale; i beni in mostra dovranno essere di proprietà degli stessi associati o di loro creazione, escludendo così qualsiasi forma di intermediazione. Tutta la merce, infine, dovrà esporre il prezzo di vendita al pubblico, per un valore non superiore ai 300 euro. Alle associazioni è demandato il controllo sui prezzi e la garanzia che gli associati non espongano merce di provenienza furtiva o che inducano a ritenere che siano state violate le norme vigenti. Le associazioni, infine, dovranno provvedere all’immediato allontanamento (sia dalla manifestazione sia dalla stessa associazione) di eventuali espositori irregolari.
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