SAN DONATO Paziente 73enne con sintomi Covid aspetta in ambulanza per dieci ore
Pronto soccorso preso d’assalto, Policlinico parla di “situazione di carattere eccezionale”
Giovedì un uomo di 73 anni con sintomi Covid ha trascorso 10 ore su un’ambulanza ad aspettare di essere scaricato al pronto soccorso del Policlinico San Donato.
Le sue condizioni non erano particolarmente gravi in quanto respirava senza alcun supporto di ossigeno, ma il tempo per lui è comunque passato lentamente in un mezzo del soccorso parcheggiato di fronte al reparto delle emergenze che di giorno in giorno è sempre più preso d’assalto. L’anziano è stato caricato sul mezzo della Croce rossa di San Donato alle 4 e 55 del mattino, è arrivato davanti al pronto soccorso alle 5 e 10 e il disco verde per farlo entrare i soccorritori lo hanno ricevuto intorno alle 15.30.
È l’attesa record registrata nel Sudmilano nel corso di questa nuova ondata dell’epidemia in cui ormai da un paio di settimane altri pazienti avevano già raggiunto punte di 4 ore trascorse sulla barella. Ciascuno di loro ha aspettato di essere visitato a fianco di uno dei volontari che rimangono con i pazienti fino a quando arriva il momento di affidarli alle cure dei sanitari. Solo a quel punto i soccorritori possono sanificare l’ambulanza e cambiarsi i presidi per effettuare un altro intervento. L’ospedale ieri in serata ha fatto presente che si è verificata «una situazione di carattere eccezionale».
Il quadro è disegnato dai numeri. In pronto soccorso sono arrivati 18 casi, tutti da ricovero (l’85 per cento erano malati Covid), tra cui 4 codici rossi con patologie cardiovascolari acute che vengono indirizzati al Policlinico San Donato in quanto è hub regionale per questo tipo di patologie. Nel caso specifico arriva notizia che i triage con i tamponi sono stati effettuati direttamente sulle ambulanze proprio per tenere separati i positivi evitando il rischio di contagio tra i pazienti all’interno del pronto soccorso. Si pone a questo punto il problema dei cittadini con sintomi Covid che sul piano clinico non sono particolarmente gravi ma che, spaventati dalla conseguenze che può avere il contagio, non sanno a chi rivolgersi. Pertanto l’unica alternativa a loro disposizione per il momento sembra quella di chiamare l’ambulanza per raggiungere un pronto soccorso. Ma in questo scenario gli ospedali di Milano e hinterland si trovano ad affrontare una situazione molto complessa con un numero di accessi che rischia di mandare in tilt il sistema.n
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