A cascina Selmo, mercoledì sera, ci sono voluti addirittura i pompieri per ripristinare la normalità in corsie dei box che avevano preso le sembianze di canali veneziani, con l’acqua arrivata a toccare i venti centimetri d’altezza, garage inondati e cavi della corrente volanti lambiti dalla “marea”. Il diluvio di mercoledì ha riportato così d’attualità l’incredibile situazione in cui versa una buona metà degli stabili del quartiere residenziale oltre la ferrovia, dove gli allagamenti si susseguono sfidando (e battendo) un sistema di pompe evidentemente mal funzionante e non collaudato a dovere. Seguendo un copione già andato in scena almeno tre volte negli ultimi sei mesi, la pioggia battente si è presto accumulata nei sotterranei. Metà del complesso principale, quello con ingresso sulla via per Viboldone, ha da sempre dovuto fare i conti con il problema. «È più di un anno che stiamo combattendo per gli allagamenti in una corsia dei box, quella cieca - spiegano i residenti -. Durante le piogge della primavera scorsa è anche intervenuta una ditta spurghi, mandata dal Comune, per liberare dall’acqua». La novità è che «mercoledì, per la prima volta, anche l’altra corsia è rimasta sommersa». Tanto che, dopo le 22, sono arrivati i vigili del fuoco. Grazie al loro intervento è stata riattivata l’unica pompa deputata a svuotare l’area, che pian pianino ha fatto il suo lavoro. Un’apparecchiatura, in ogni caso, evidentemente sottodimensionata: anche le volte che entra in funzione, riesce a limitare ma non a evitare l’allagamento. Del resto, il tema del collaudo delle fognature, di competenza comunale, è pure passato sui banchi del consiglio tre mesi fa, con un’interrogazione del Movimento 5 Stelle.
In quella sede, l’amministrazione aveva affermato di aver concluso l’iter. A giudicare dall’odore di fogna che pervadeva, ancora ieri, i sotterranei dello stabile, qualcosa non deve essere andato nel verso giusto. Come se non bastasse, una semplice passeggiata tra le palazzine rivela uno scenario che grida vendetta. I quadri della corrente sono ammassi di fili volanti che nei momenti di “acqua alta” rischiano di venire sommersi. Gli allagamenti non risparmiano l’area retrostante, con la via Caduti sul lavoro, posta in leggera pendenza, che rimane puntualmente inondata. L’acqua si porta dietro tutto: sacchetti di plastica, rifiuti, pannolini. Disagi si registrano anche nell’ultima ala del quartiere, al civico 15 della stessa via. Nessuna meraviglia, pertanto, se nel complesso residenziale principale l’invenduto regna sovrano. Pare un quartiere ancora in costruzione. Peccato che la gente, poca (quaranta appartamenti occupati su cento, affermano i residenti), ci vive dentro da un pezzo, e convive quotidianamente con problematiche lungi dall’essere risolte.
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