
San Giuliano, una coltellata al polmone ha fermato il cuore della 42enne
Eseguita l’autopsia, l’ex convivente in carcere continua a ripetere «non sono stato io» ma spuntano nuovi testimoni. Sullo sfondo alcol e depressione.
San Giuliano
Una ferita mortale nella parte bassa della schiena, che ha perforato un polmone: è la prima evidenza dell’autopsia eseguita ieri mattina nella camera mortuaria dell’ospedale Humanitas di Rozzano sulla salma della 47enne morta dopo essere stata accoltellata domenica 6 febbraio attorno alle 13 alla rotonda di Pedriano sulla Binasca, a San Giuliano ma a pochi metri da viale Repubblica di Melegnano. Profonda anche l’altra lesione alla schiena, superficiali le tre refertate sulle gambe della donna. La relazione completa del medico legale sarà depositata in Procura entro 60 giorni, ma il quadro appare già pienamente compatibile con l’arrivo della donna in ospedale già in arresto cardiaco, con un’emorragia interna.
Intanto il difensore dell’unico indagato, un 42enne anche lui albanese come la vittima, sembra da 20 anni convivente della donna, attende da San Vittore l’esito dei tamponi Covid, come è prassi per tutti i nuovi ingressi nelle carceri, per poter avere un colloquio. Parlando con alcuni familiari, l’avvocato ha avuto l’impressione che il 42enne avesse da tempo seri problemi, segni di una depressione che potrebbe anche averlo portato a ubriacarsi sempre più spesso. A carabinieri e Procura non risultano denunce per lesioni o maltrattamenti sporti dalla convivente poi finita ammazzata. Ma proprio le crescenti difficoltà a gestire il compagno potrebbero spiegare perché, alcune settimane prima di venire uccisa, la donna aveva lasciato l’abitazione di Milano in zona Corvetto, per andare a vivere altrove.
Gli atti del fermo e della convalida intanto sono arrivati alla Procura di Lodi, che ha chiesto al gip il rinnovo della custodia in carcere. «In questa vicenda i cittadini hanno avuto un atteggiamento che è il contrario dell’omertà - constata il Procuratore Domenico Chiaro -, è anche emerso che un automobilista, vista l’aggressione, era tornato indietro e aveva gridato che avrebbe chiamato i carabinieri, sperando che la donna venisse lasciata in pace. Abbiamo quindi ulteriori riconoscimenti del fermato, chi all’80 chi al 100 per cento». Il 42enne però nei due interrogatori finora resi si è sempre detto innocente.
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