È stato condannato, anche se a soli 4 mesi e 15 giorni di reclusione, e con la sospensione condizionale, il dentista di circa 45 anni con studio a San Giuliano Milanese che era stato querelato da un paziente, che lo accusa di avergli impiantato denti in resina invece di quelli, più pregiati, in ceramica che sarebbero stati concordati; il paziente ritiene inoltre di aver subito gravi e irreversibili lesioni in quanto, prima dell’impianto della dentatura nuova, gli sarebbero stati rimossi più denti rispetto a quanto necessario. Per quest’ultima accusa però il giudice Angela Scalise ha assolto il dentista, G.G. le sue iniziali, ritenendolo invece responsabile di aver disatteso l’accordo preso con il paziente, D.F., un operaio di circa 40 anni anche lui residente a San Giuliano Milanese.
Gli interventi “incriminati” risalgono al 2005, quando tutto era cominciato, per il paziente, con alcuni dolori all’arcata dentaria superiore. Su consiglio di un amico, l’operaio si era rivolto a G.G., e il medico l’aveva convinto a sottoporsi alla rimozione totale dei denti, compresa l’arcata inferiore, in quanto c’era il rischio di una patologia che si sarebbe estesa. Preventivo: 20mila euro. Affrontati gli interventi, l’operaio si era trovato in ritardo con alcune rate e per questo, avendo necessità di un controllo perché uno dei denti artificiali si era scheggiato, aveva fatto ricorso a un altro dentista, che gli aveva spiegato che aveva in bocca denti di resina, e non di ceramica come credeva.
Da qui una lunga battaglia legale, in sede civile e penale, e un processo che si è anche arricchito di un’ulteriore perizia prima di arrivare al verdetto, pronunciato solo ieri. Gli avvocati attendono ora le motivazioni per eventuali valutazioni sull’esito del processo.
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