San Giuliano, detenuto in permesso si ubriaca e investe anziano: «Omicidio stradale»
Interrogatorio in carcere per il 26enne ultrà dell’Inter che quattro anni fa fu arrestato anche per il tentato omicidio di uno spacciatore
La procura della Repubblica di Milano ha restituito alla famiglia il corpo di Renato Borsotti, il 78enne residente a Sesto Ulteriano, che è stato investito da un furgone mentre era in bicicletta, nei pressi della cava Tecchione di San Giuliano, nel pomeriggio di lunedì. Non è stata disposta l’autopsia, i funerali saranno presto fissati. Intanto il 26enne di Garbagnate Milanese alla guida del furgone pirata rimane detenuto in carcere con l’accusa di omicidio stradale, omissione di soccorso e resistenza a pubblico ufficiale. Ultrà dell’Inter con un passato turbolento alle spalle, che include droga, violenza, rapine e persino un tentato omicidio, per quest’ultimo reato era già in carcere. Ma, ammesso al beneficio dell’articolo 21, proprio lunedì scorso, stava svolgendo lavori socialmente utili per un’organizzazione non profit di Peschiera. Incaricato di pulire un’ex casa colonica accanto alla chiesa di Sesto Ulteriano, la sua giornata di “libertà” del 26enne si è tragicamente trasformata: ha causato danni ai locali, ha compiuto una rapina e ha aggredito quattro persone. Successivamente è fuggito a bordo di un Iveco Daily appartenente all’onlus e ha investito Renato Borsotti lungo via Lario, trascinandone la bicicletta all’interno della cava Tecchione. Dopo l’incidente, il giovane pregiudicato ha cercato di scappare gettandosi in un laghetto della cava, nel tentativo di sfuggire all’arresto da parte degli agenti della polizia locale. È stato tratto in salvo dall’acqua e, completamente ubriaco, è stato affidato ai medici. Il precedente più grave risale al 2019 quando in via Como a Milano risulta avesse litigato con uno spacciatore gambiano di 20 anni, colpevole di avergli venduto della carta tritata facendola passare per cocaina: come ripreso anche da una telecamera di sicurezza, il giovane ultrà aveva aggredito l’africano, colpendolo con un pugno e spingendolo giù da un muretto, con conseguente lesione vertebrale.
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