San Giuliano, fumata nera per i 44 tagli alla Kennametal
Nessun passo indietro dalla dirigenza Kennametal, gruppo attivo nella progettazione, distribuzione e fornitura di utensili e servizi per il taglio dei metalli, sulla procedura di licenziamento collettivo per lo stabilimento di San Giuliano Milanese. Il tavolo di Assolombarda, infatti, si è concluso con una fumata nera. A far sentire la propria voce davanti all’entrata della sede milanese di Confindustria c’erano però i lavoratori in sciopero, convocato dopo l’annuncio, la scorsa settimana, di 44 esuberi per il comparto produttivo. «La dirigenza sta attuando una perseveranza irresponsabile- è il commento del segretario Uilm Milano Francesco Caruso- con un muro contro muro per attuare, di fatto, il trasferimento della produzione all’estero, in India. Non possiamo accettare una simile prospettiva per i lavoratori Kennametal e le loro famiglie. È incomprensibile come si scelga di delocalizzare, esprimendo la volontà, a partire dal mese di luglio, di interrompere la lavorazione delle commesse in Italia. Come Uilm, al fianco delle altre sigle metalmeccaniche, abbiamo chiesto con forza che prosegua l’attribuzione di nuove commesse al sito di San Giuliano e si ricorra agli ammortizzatori sociali straordinari, per tutelare i posti di lavoro. Una proposta, quest’ultima, pienamente fattibile, ma che è stata rigettata dalla dirigenza: noi continueremo a batterci perché si percorrano tutte le strade per tutelare i livelli occupazionali e non abbiamo nessuna intenzione di condividere il percorso intrapreso dai vertici Kennametal». Domani, intanto, giovedì 9 marzo, dall’amministrazione comunale di San Giuliano Milanese, è arrivato l’invito ai sindacati, da parte del Sindaco Marco Segala e l’Assessore alle Attività Produttive, Mariagrazia Ravara, per un incontro con i vertici Kennametal che si terrà nel primo pomeriggio proprio in municipio. I lavoratori si riuniranno in assemblea con Rsu e i funzionari territoriali sindacali per poi spostarsi in presidio alle 14,30 sotto al palazzo comunale. «È fondamentale che anche le istituzioni, a tutti i livelli- conclude Francesco Caruso- scendano in campo per far desistere la proprietà dalla prosecuzione della procedura di licenziamento collettivo, che diventerebbe effettivo a partire dal mese di maggio, per salvaguardare i dipendenti e le loro famiglie».
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