Dalla borsetta della bulgara di vent’anni arrestata domenica mattina dai carabinieri a Melegnano è spuntato il “certificato di cleptomania”: il referto di un medico del suo Paese che certifica che la donna soffre di un disturbo mentale che la porta, inspiegabilmente, a rubare, superando la sua volontà. Il documento è stato trovato dai militari durante la perquisizione cui la donna, A.A., incensurata e senza fissa dimora in Italia, è stata sottoposta dopo l’arresto. E subito è stato consegnato alla procura della Repubblica di Lodi; il pm Mario Bonizzoni, nell’udienza di ieri mattina che ha portato alla convalida dell’arresto, ha lasciato ogni valutazione al giudice Angela Scalise, che alla fine ha deciso: «L’autenticità del certificato medico è da valutare per escludere che sia pre-costituito per evitare sanzioni penali».
L’avvocato d’ufficio assegnato alla giovane straniera, Diego Guarnieri, aveva invece chiesto che proprio quel certificato sia alla base della non punibilità della donna e si era opposto alla convalida dell’arresto: «Questa patologia - ha sottolineato il legale - esclude infatti la colpevolezza». Perché per commettere un furto occorre il dolo e la cleptomania fa venir meno, come già riconosciuto in diverse sentenze, l’elemento soggettivo, cioè la volontà di commettere il reato.
Al termine dell’udienza la giovane è stata comunque scarcerata, ma le è stato imposto l’obbligo di firma quotidiano presso la caserma dei carabinieri di Melegnano, confidando nel fatto che un suo zio residente a Milano la ospiti, come sostenuto dall’imputata stessa, che ha anche giurato di essere arrivata in Italia appena sabato e di non essere mai stata prima nel nostro Paese.
I carabinieri però domenica mattina hanno ricevuto la segnalazione di diversi scippi e ritengono che assieme ad A.A. ci fossero almeno altre due persone, anch’esse dell’Europa dell’Est, che si sono dedicate ai borseggi.
La bulgara, verso le 11.30 di domenica, ha preso di mira una borsetta Coveri appoggiata ai manici del passeggino di una trentenne albanese residente a Lodi Vecchio, P.S., che era impegnata ad acquistare delle calze a un banchetto. Un commerciante però ha visto la ventenne che allungava la mano verso la borsetta, apriva la chiusura lampo e si appropriava del portafogli, e si è messo a gridare, e la donna è stata bloccata pochi istanti dopo, nella zona di via Roma, e consegnata ai carabinieri. Le due presunte complici non sono state invece individuate.
Nel portafogli c’erano circa 90 euro. Durante il processo la bulgara ha sostenuto di aver subito restituito il maltolto e di non ricordare bene quello che è successo. Il processo si aprirà tra due settimane, e la donna potrebbe patteggiare.
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