Sentenza Genia, rischio default per San Giuliano

Terremoto sui conti pubblici dell’amministrazione di San Giuliano. La nuova bufera è legata alla sentenza del Tribunale civile di Lodi, in base alla quale il Comune dovrà sistemare i conti aperti, pari a 4 milioni di euro, con la società Sister Scarl, ora in liquidazione, a cui una consociata di Genia aveva affidato una serie di interventi sulle fognature della città che non sono mai stati pagati. Rispetto al debito iniziale di 4 milioni 896mila euro, a questo punto il Comune dovrà tirare fuori 4 milioni di euro, ovvero una fetta pari a quasi il 15 per cento del bilancio comunale che si aggira sui 28 milioni di euro. Un nuovo macigno, insomma, dopo la notizia, arrivata nelle scorse settimane, riguardo l’istanza di fallimento di Genia presentata dalla Procura di Repubblica di Lodi, con prima udienza fissata per il 25 marzo. Ieri tra gli addetti ai lavori si parlava di rischio default per il Comune e dell’ipotesi riguardante l’apertura dell’iter per dichiarare lo stato di insolvenza.

Ma il sindaco Alessandro Lorenzano rassicura: «Innanzitutto, come ente presenteremo ricorso alla Corte d’Appello chiedendo il congelamento del termine di pagamento fino a sentenza, in quanto occorre ricordare che si tratta di lavori che il Comune formalmente non ha mai commissionato a Genia». Inoltre, il primo cittadino aggiunge: «Conoscendo la situazione, ci siamo in ogni caso mossi per tempo con un fondo rischi in bilancio, dove abbiamo appostato 2 milioni di euro nel 2013, un altro milione di euro nel 2014, a cui si aggiungeranno 1 milione 600 mila euro nel 2015 e 2 milioni di euro nel 2016: risorse che non abbiamo speso per la città proprio per avere la riserva necessaria ad affrontare queste situazioni». Rispetto la voce che si è rincorsa ieri circa la possibilità che si era presentata in passato di chiudere con la Sister Scarl attraverso una transazione di circa un milione e mezzo di euro, il primo cittadino ribatte risoluto: «Genia aveva offerto il pagamento del 50 per cento del debito e i rappresentanti della società in questione hanno lasciato il tavolo, pronti a passare alle vie legali». Lorenzano conclude commentando: «Negli anni siamo stati costretti a togliere soldi alla città per cautelare l’ente, questo è un ulteriore esempio del fallimento della politica che stava dietro a Genia». Ieri la notizia di un nuovo capitolo che potrebbe tradursi in un esborso di soldi del Comune è rimbalzata per la città sollevando interrogativi. Anche perché comunque il Comune prima o poi dovrà tentare di riportare a casa i beni immobili attualmente in mano a Genia, versando della liquidità. Tra questi le scuole, le case popolari, il cinema Ariston, il lotto dell’ex centro natatorio e altre parti di patrimonio pubblico che appartengono tutt’ora all’azienda multiservizi.

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