Si schianta con l’auto del nonno, la polizia trova la droga a bordo e lo arresta
Finisce in carcere un 34enne dopo l’incidente al casello della Est esterna di Vizzolo
Un 34enne residente a Milano in zona Affori, D.C.S., è stato arrestato per detenzione a fini di spaccio di mezzo chilo di hascisc sabato attorno alle 14 al casello Teem di Vizzolo Predabissi dalla polizia stradale, intervenuta per rilevare l’incidente autonomo di una Skoda Octavia che si era schiantata contro una delle strutture del casello.
A bordo dell’auto c’era il solo conducente, che ha riportato lievi contusioni, e il veicolo risultava intestato a un pensionato morto nell’ottobre scorso. Come subito spiegato dal conducente, e accertato dagli agenti, il veicolo apparteneva a suo nonno, e non era stata ancora fatta l procedura di successione ereditaria, con conseguente voltura al Pra. Ma i problemi non si fermavano alle contestazioni amministrative, relative anche al mancato rispetto delle norme di prudenza da adottare nell’approssimarsi ai caselli, compreso il limite di 40 chilometri orari.
Il giovane infatti, capelli rasati, ben vestito, appariva insolitamente nervoso e, messo alle strette con un po’ di domande, ha consegnato un panetto di hascisc del peso di 498 grammi, che teneva nascosto nelle mutande.
I poliziotti, informata la Procura lodigiana, hanno fatto scattare le manette, anche perché nel passato dell’uomo risultava un precedente penale con condanna (per maltrattamenti in famiglia) e pena sospesa.
Lunedì mattina l’arresto è stato convalidato con rito direttissimo, e il pubblico ministero ha chiesto gli arresti domiciliari a casa dei genitori. Il difensore di fiducia chiamato dall’uomo ad assisterlo ha invocato una pena meno afflittiva, e gli è stato imposto l’obbligo di dimora a Milano con divieto di uscire di casa dalle 18 alle 8 del mattino e firma due volte al giorno presso il più vicino commissariato di polizia. Prossima udienza a metà marzo. Il difensore ha preannunciato che il giovane cercherà ospitalità in una comunità di recupero. A suo dire, stava trasportando la droga per altri, di chi però non intende fare il nome.
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