Slot, l’allarme della guardia di finanza

Centocinquanta firme per dire no al gioco d’azzardo, che spesso è solo un paravento per gli affari sporchi. Ma la conta delle adesioni non è ancora conclusa e proseguirà fino alle prossime settimane, quando il 13 marzo si svolgerà una serata d’approfondimento sul tema. L’amministrazione comunale di Paullo, come altre nel Sudmilano, ha deciso di aderire alla campagna promossa da Legautonomie per limitare le slot. La richiesta è semplice: lasciare la possibilità ai Comuni di autorizzare o meno le nuove aperture. Anche perché la febbre del gioco è contagiosa e spesso, oltre a creare dipendenza, diventa un veicolo per ripulire denaro sporco. Un fenomeno che è tenuto sotto stretto monitoraggio dalle forze dell’ordine, come ha avuto modo di sottolineare il tenente Giuseppe Cinefra, comandante della guardia di finanza di Melegnano, che ha partecipato al convegno sul tema organizzato dalla Croce bianca a Paullo, dove è stata rilanciata la raccolta firme dall’assessore Marta Battioni. Non a caso, a livello nazionale sono stati 9mila gli interventi, 3400 le violazioni accertate, 10mila i soggetti verbalizzati.

«Spesso dietro un gioco lecito, si nasconde l’illiceità - ha affermato il tenente al convegno-. Il nostro compito è proprio vigilare affinché non accada. Ma teniamo presente che il gioco d’azzardo muove molto denaro. Conseguentemente sono alte le entrate: da 61 miliardi nel 2010 si è passati a 88 miliardi». Con simili volumi d’affari basta la regia occulta della malavita su una sola sala giochi per ripulire denaro sporco. «È una delle ragioni per cui sono molto attrattive per la criminalità organizzata - mette in guardia il tenente Cinefra -. Tali esponenti del mondo dell’illegalità non operano mai in prima persona: esistono norme stringenti, requisiti di onorabilità significativi per procedere ad un’apertura». Normalmente le attività che più interessano la Finanza sono le alterazioni dei software programmando vincite nettamente superiori all’esercente. «Uno degli ultimi servizi eseguiti riguardava una Onlus - continua Cinefra -: all’interno di alcune realtà collegate erano installate delle macchinette truccate e gestite dalla criminalità organizzata». Ma i controlli, assicura il comandante, sono diffusi ovunque. «La cosa interessante è che il fenomeno del gioco cresce con il crescere della crisi», aggiunge l’ufficiale.

Più aumenta la crisi più si persegue il miraggio di un guadagno facile. E spesso con conseguenze sociali devastanti. Anche se, da un altro punto di vista, questo universo crea imprese e posti di lavoro. «Sono 1600 le aziende che si occupano di giochi, 130mila gli addetti, il 20 per cento con laurea, e degli introiti lo 0,6 per cento è investito in ricerca e sviluppo» conferma il tenente.

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