Stadio dell’Inter: «Serve una svolta»

A San Donato la minoranza “sferza” la giunta Checchi

Marco Zampieri della minoranza “sferza” la giunta Checchi sull’importante opera: «Prenda in mano la situazione e convochi tutti intorno a un tavolo»

«I giornali sportivi continuano a citare il comparto San Francesco di San Donato tra le aree destinate a ospitare il nuovo stadio dell’Inter: dal momento che in questa situazione di crisi un intervento del genere potrebbe produrre importanti risvolti per il territorio, credo sia arrivato il momento che la giunta prenda in mano il timone e inizi a svolgere un ruolo da protagonista».

Il segnale si alza dal portabandiera della minoranza, capogruppo della lista “Insieme per San Donato”, Marco Zampieri, che torna a puntare l’attenzione sul consistente capitolo che sta tenendo banco da mesi in città, senza però alcuna certezza.

Resta aperta infatti una pagina ricca di interrogativi, in quanto all’ipotesi che l’impegnativo investimento trovi casa in questo tratto di hinterland si aggiunge anche l’alternativa “offerta” da Rho-Pero. Di fronte a recenti nuovi battute in cui il presidente dei nerazzurri Massimo Moratti ha annunciato che «lo stadio si farà, con o senza partner cinesi», il sindaco Andrea Checchi ha affermato che dopo l’ultimo incontro con i dirigenti dell’Inter, che si è tenuto in dicembre, lui non ha più avuto contatti con la società calcistica, da cui attende eventuali segnali.

Intanto aggiornamenti riguardanti anche nuove ipotesi di investitori continuano a circolare sul web, rimbalzando tra tifosi e ambienti sportivi. Di fronte a questo scenario, secondo Zampieri, è arrivato il momento che la giunta si faccia avanti. «Il Comune – dice Zampieri, spronando Checchi e il suo esecutivo - a questo punto deve riunire intorno a un tavolo la proprietà del comparto, ovvero l’immobiliare Asio, gli esponenti della squadra e tutte le parti coinvolte, al fine di capire quali possibilità ci sono che l’intervento vada in porto, nonché i vantaggi che potrebbe trarne il territorio, al fine di poter aprire una serie di valutazioni, anche politiche, intorno ad aspetti concreti».

E toccando quello che può rappresentare indubbiamente il tasto più delicato legato alla maxi operazione, prosegue: «Dal momento che i principali disagi portati dal nuovo stadio potrebbero essere legati alla viabilità, occorrerebbe formare un gruppo tecnico con i loro progettisti per valutare immediate soluzioni al fine di spianare eventualmente la strada a ulteriori valutazioni che riguardino i collegamenti, l’indotto per il territorio e le sinergie di cui potrebbe beneficiare la città».

Insomma, se il centrodestra in prima battuta si è mostrato compatto a promuovere l’opera, ritenuta da Pdl e lista civica come una «opportunità irripetibile per San Donato», a questo punto viene chiesto al primo cittadino di riallacciare i rapporti con la Beneamata, affinché l’ente «non si trovi a svolgere un ruolo secondario su una partita di tale rilievo».

E Zampieri conclude: «Non possiamo affidare tutto al caso: è fondamentale che si apra un confronto che coinvolga anche la politica”.

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