Non si sentiva bene ed è uscito un attimo di casa per una boccata d’aria. Fabrizio Mazzali, 48 anni, si è accasciato a terra ed ha chiuso per sempre gli occhi. Si è spento a Milano l’agente di polizia locale in forza da quindici anni a Peschiera. Da qualche giorno non era al lavoro per una polmonite e probabilmente il malore ne è stato una conseguenza. Oggi verrà eseguita l’autopsia, che potrà chiarire le circostanze di questa morte improvvisa e inaspettata. Fabrizio Mazzali lascia la moglie e tre figli, uno solo maggiorenne.
I colleghi lo chiamavano il gigante buono: era più alto di un metro e 85 e superava i 120 chili di peso. «Grande e buono – ricordano gli amici -. Era sicuramente una persona che non passava inosservata. Era piacevole parlare con lui, perché aveva una cultura molto vasta. Conosceva termini che noi nemmeno sapevamo esistessero. Aveva ricominciato a studiare e si era iscritto all’università, voleva laurearsi in psicologia. Gli aneddoti su di lui si sprecano: sicuramente era anche molto originale, uno di quelli a cui piaceva il cinema d’essai». Ma quel che tutti ricordano è il suo sorriso. Si arrabbiava, anche spesso, ma un attimo dopo dimenticava tutto. Accoglieva la persona con cui aveva bisticciato poco prima con un largo sorriso. «Questo è Fabrizio – commenta il comandante della polizia locale Claudio Grossi -: siamo tutti increduli di fronte a questa tragedia, lascerà un vuoto incolmabile tra di noi». Per lui era un momento della vita intenso: si era sposato lo scorso anno ed era tornato da poco da un viaggio a Vienna. E ora è tutto finito, troppo presto.
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