Sudmilano: «Abbiamo 1.800 bambini allergici in cura, nel mondo è il 40% dei minori»

L’allarme dall’ospedale di Vizzolo: «Inquinamento, cibo troppo elaborato, clima e specie invasive tra le cause». Il rischio di sviluppare l’asma.

Occhi che lacrimano, gola che brucia e naso che cola. Sintomi che, se non vengono curati, si trasformano in asma. I cambiamenti climatici hanno accelerato le fioriture delle graminacee e anche le allergie. Nel territorio dell’Asst di Melegnano sono 1.600 i pazienti da zero a 18 anni seguiti per una allergia. Il 35 per cento di questi fa capo all’ospedale di Vizzolo. Il servizio di allergologia pediatrica di Melegnano è uno dei centri più qualificati dal punto di vista diagnostico e terapeutico. «In questi ultimi anni - spiega il dottor Giovanni Traina, responsabile del servizio, docente di allergologia alla clinica pediatrica di Pavia e all’Humanitas university di Rozzano - il 40 per cento della popolazione pediatrica, a livello mondiale, ma il dato si riflette anche sulla situazione locale, è colpito da un’allergia. I casi sono raddoppiati, sia per quanto riguarda le allergie respiratorie che quelle alimentari. A provocare un aumento, nel primo caso, sono l’inquinamento e il clima, nel secondo, tra le altre cause, l’introduzione nei nostri piatti di alimenti nuovi che sollecitano il sistema immunitario».

L’inquinamento, spiega lo specialista, provoca un meccanismo curioso: il particolato e altri inquinanti atmosferici modificano e moltiplicano la struttura degli allergeni respiratori. Il nostro sistema immunitario è bombardato. L’ambrosia, per esempio, è americana, da noi era assente, adesso si sta diffondendo anche nel Sud e nel Centro Italia, poi arriverà al Nord.

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