Per il Lodigiano doveva essere il più grande progetto imprenditoriale degli ultimi anni, in grado di creare tra 150 e 200 posti di lavoro e garantire una boccata d’ossigeno all’economia locale in un periodo durissimo. Tanto che la Provincia di Lodi aveva “investito” pesantemente sull’iniziativa, esponendosi direttamente. Negli ultimissimi mesi, tuttavia, sulla costruzione delle maxi serre per fiori nell’area della centrale di Sorgenia - nella Bassa lodigiana - si sono addensate nubi sempre più fosche. In un primo momento è emersa l’ipotesi che il progetto sarebbe decollato nel corso del 2012, sebbene in maniera parziale. Ieri, invece, il vice presidente della Provincia, Claudio Pedrazzini, ha ammesso che «per il 2012, al momento, non si parte».
Il “numero due” di San Cristoforo ha parlato delle serre all’interno del forum organizzato dalla Confartigianato della Provincia di Lodi e pubblicato proprio ieri all’interno del “Corriere Artigiano”, uscito in allegato a “il Cittadino”. Pedrazzini ha parlato di «un investimento molto oneroso», di «sbandamenti governativi che hanno frenato la fiducia degli investitori internazionali verso le energie rinnovabili» e di «un problema di ordine finanziario» che pesa sul progetto delle maxi serre.
Pur non chiudendo la porta per il 2013 (nella speranza di «un adeguamento degli incentivi economici»), Pedrazzini ha però fatto chiarezza sui prossimi mesi: i lavori non partiranno. Parole significative quelle del vice presidente provinciale, per almeno due ragioni. La prima è che riguardano un investimento che, sebbene al momento soltanto sulla carta, aveva fatto parlare e tanto. La seconda è che a pronunciare queste parole è stato uno dei massimi esponenti istituzionali del territorio lodigiano.
Il progetto prevede la costruzione di 66 maxi serre, su terreni agricoli nei comuni di Terranova e Casale, nell’area della centrale Sorgenia di Bertonico-Turano. Proprio la vicinanza della centrale rappresenta la ragione fondamentale per cui gli investitori hanno guardato al Lodigiano: la turbina a vapore della centrale produce calore che, anziché essere disperso, può essere utilizzato per la produzione di acqua calda, da sfruttare poi per il riscaldamento delle serre.
Non a caso la società P&F, che ha presentato il progetto, è partecipata al 50 per cento da Sorgenia Power (di fatto il gruppo proprietario della centrale) e per il restante 50 per cento dal gruppo pugliese Ciccolella, già attivo nel settore della coltivazione di fiori e piante. La costruzione delle serre rappresenterebbe un vantaggio per Sorgenia stessa, che trovando un modo per sfruttare il calore generato dalla produzione di energia, potrebbe aumentare l’efficienza della centrale lodigiana. Ma a trarre beneficio dall’operazione sarebbero anche i proprietari dei terreni agricoli su cui le serre sarebbero impiantate. Un aspetto, quest’ultimo, su cui non mancano tuttavia posizioni critiche perché le ricadute positive sarebbero limitate a pochi proprietari terrieri.
Si bloccano le maxi serre nell’area della centrale Sorgenia: il progetto da 200 posti di lavoro non partirà nel 2012
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