Via ai lavori per il sesto palazzo uffici
Prime demolizioni, in vista della realizzazione del progetto
Sesto Palazzo Eni a San Donato: il gigante muove i primi passi con l’avvio delle demolizioni dei vecchi fabbricati nel quadrilatero De Gasperi Est, sede dell’opera che cambierà volto alla città. Da alcune settimane gli occhi più attenti scorgono ruspe all’opera, capannoni in via di abbattimento e transenne nell’area circoscritta da via Correggio, piazzale Supercortemaggiore e via Ravenna. Una parte del parcheggio Eni angolo via Correggio è stata delimitata e dichiarata non accessibile per ragioni di sicurezza e di migliore mobilità dei mezzi di cantiere al lavoro. Sono i primissimi movimenti, certo ancora poco significativi, della complessa operazione che si dovrebbe concludere secondo la scaletta nel 2015, anno di Expo Milano, anno della Sesta meraviglia di San Donato con il palazzo concepito dallo studio d’architettura americano Morphosis Architects. Un corpo edificato sopra 65mila metri quadrati, con una fisionomia scelta in base al concorso internazionale di idee lanciato l’anno scorso. Morphosis Architects di Thom Mayne propone per la punta di diamante Eni una struttura a simmetria irregolare, con un cuneo vertiginosamente staccato da terra e una progettazione che consenta di vedere d’infilata l’asse via Correggio-viale De Gasperi. Detto in altri termini, il Sesto Eni dovrebbe essere massiccio, ma non monolitico. Visto dall’alto l’insieme degli uffici avrà un perimetro a nastro che vuole ricordare l’idea stessa di energia, del suo continuo fluire e dell’importanza per tutte le attività umane. Certo di tutto questo si vede ben poco ancora; ma qualcosa non tardissimo comincerà a prendere forma quando la spianata degli ex capannoni e attività artigianali sarà ridotta a calcinacci da mandare in cava. In termini generali le operazioni di demolizione oggi visibili sembrano in linea con il cronoprogramma dell’intervento urbanistico indicato già dall’anno scorso. L’obiettivo è infatti quello di avviare il cantiere del palazzo nei primi mesi del 2013, in modo da mettersi davanti altri due anni per la consegna del prodotto finito. Un prodotto che in una certa misura è ancora modificabile. Il Sesto Uffici è stralciato dal Pgt, il Piano di governo del territorio, e procede come variante urbanistica di iniziativa privata. L’anno scorso, durante l’ultimo anno dell’esecutivo guidato da Mario Dompè, la discussione sulla fattibilità e opportunità delle modifiche è stata a volte accanita.
Emanuele Dolcini
© RIPRODUZIONE RISERVATA