n Una è provocata da un virus l’altra da un battere, ma è sempre meningite. Una malattia infettiva, in entrambi i casi, che fa paura. Si tratta di un’infiammazione delle meningi, cioè delle membrane che avvolgono il cervello. La meningite virale però, come spiega il direttore del dipartimento di prevenzione dell’Asl di Milano 2 Maurizio Montanelli, non risponde agli antibiotici. Non sono previsti, quindi, interventi di profilassi farmacologici e neanche interventi di sanificazione dei locali nei quali hanno soggiornato le persone ammalate. Per le tre forme batteriche, causate da meningococco, pneumococco ed emofilo, è prevista una profilassi nei confronti delle persone che sono state in stretto contatto con l’ammalato: familiari, compagni di classe, colleghi di lavoro che condividono gli stessi spazi per periodi prolungati e che sono stati a contatto con l’ammalato durante i 10 giorni antecedenti la comparsa della malattia. L’infezione viene trasmessa direttamente da persona a persona, attraverso le goccioline emesse con la respirazione dal naso e dalla bocca. Il periodi di incubazione varia da 2 a 10 giorni, in media 3 o 4. La contagiosità è presente per tutto il periodo di permanenza del microorganismo nelle secrezioni orofaringee. L’infettività cessa dopo 24-48 ore dall’inizio di un adeguato trattamento antibiotico. Anche di fronte a un mero sospetto di meningite, il malato è sottoposto, in ospedale, a isolamento respiratorio per 24, 48 ore, dopo l’inizio della terapia. La forma più grave è, senza dubbio la sepsi, un’invasione massiva da parte di un agente patogeno di tutti gli organi attraverso il sangue. Il meningococco colpisce soprattutto i bimbi con meno di 5 anni, in autunno e inverno, ma non mancano casi nei giovani e negli adulti. Il pneumococco, invece, colpisce soprattutto le persone immunodepresse e gli anziani, nei mesi freddi. L’emofilo, al contrario, se la prende prevalentemente con i soggetti dai 2 mesi ai 3 anni. I germi possono albergare abitualmente nelle vie aeree senza dare problemi. In alcuni casi si manifestano infezioni nelle prime vie respiratorie che possono guarire spontaneamente, oppure, in alcune circostanze, diventano aggressive scatenando la forma invasiva. Si inizia con un inizio di febbre, in genere elevata, mal di testa intenso, nausea e spesso vomito. Nei casi più drammatici la malattia può evolvere rapidamente con chiazze rosse sulla pelle dovute a microemorragie, shock e decesso.
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