Adottare le alghe del lago per non trascurare le foreste subacquee, ma cosa stiamo facendo per l’Adda?

Un progetto pensato sul lago di Como ci fa riflettere sul nostro fiume

Il lago di Como è famoso in tutto il mondo, con le ville dei vip di Hollywood e le montagne che circondano uno scenario da favola. Ma sotto l’acqua, la vita rischia di spegnersi e la biodiversità (che è la varietà di organismi viventi in un ecosistema) è messa in difficoltà dall’arrivo di piante esotiche. Per questo l’associazione Proteus ha dato vita al progetto “Lake Como Green”, una raccolta fondi per coinvolgere i cittadini e i turisti nella protezione di questa meraviglia della natura. Con un euro, si può “adottare” un centimetro quadrato di lago e dare una mano a ripopolare la “foresta” subacquea.

Questo progetto ci fa riflettere anche sulla situazione delle nostre acque, e della vita che ospitano da millenni e che negli ultimi decenni è sempre più in difficoltà. L’Adda, ad esempio, quando i nostri nonni erano giovani brulicava di pesci di tutti i tipi, mentre con il passare degli anni, i cambiamenti climatici, l’inquinamento e la presenza di specie originarie di altri luoghi ha ridotto questa popolazione, convincendo gli amanti del fiume a darsi da fare per cercare di salvare questo piccolo angolo di natura. Basti pensare al lavoro dello Spinning Club che si occupa anche di allevare i pesci “lodigiani” a rischio per rimetterli nel fiume quando è il momento più adatto.

Il progetto di Proteus, sul lago di Como, è qualcosa di unico in Europa, ma la necessità di tutelare le acque e chi le abita (piante e pesci) ormai è un impegno che non possiamo più rimandare.

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