Valutando pregi e difetti, luci e ombre delle aree cani di Lodi, «il Cittadino» ha condotto un “viaggio” tra le zone di sgambamento in città. E, assegnando una “pagella” a ciascuna di loro, abbiamo constatato di persona cosa va e cosa no, cosa si potrebbe migliorare ma anche i punti di forza di ciascuna. I parametri di cui abbiamo tenuto conto sono: la presenza di una fontana per l’acqua, zone d’ombra e panchine per i padroni, la presenza di un cancello e di una recinzione che delimiti l’area cani, la cura del manto erboso, la presenza di cestini per gettare le deiezioni canine ed, eventualmente, anche di dispenser dove trovare gli appositi sacchetti. E facendo il bilancio delle condizioni delle area cani a Lodi, abbiamo potuto constatare una grande partecipazione dei residenti che le popolano e che se ne prendono cura, ma una scarsissima manutenzione da parte dell’amministrazione comunale: nell’area cani di via Piermarini, ad esempio, manca addirittura la fontana dell’acqua; probabilmente non è stata effettuata nessuna disinfestazione contro le zanzare che infestano il parchetto e la recinzione è stata rattoppata in più punti per impedire ai cani di scappare fuori dall’area. Al parco delle Caselle mancano zone d’ombra, il cancello si chiude solo grazie ad un laccio di fortuna e la fontanella perde acqua. «Le aree cani sono un valore aggiunto per i quartieri della città - dicono i residenti dell’Albarola che popolano l’area cani di via Piermarini -: sono molto più che aree di sgambamento. Sono luoghi di incontro, di aggregazione attiva per la cittadinanza. Andrebbero valorizzate e manutenute».